L’intervista: Elena Garrone

L’esperienza WorldSkills nelle parole della dirigente scolastica dell’IIS “Bodoni Paravia” di Torino.

Dai campionati nazionali WorldSkills Italy 2020, recentemente svoltisi a Bolzano, l’IIS “Bodoni Paravia” ha portato a casa una medaglia d’argento. L’ha conquistata il grafico Roberto Annaloro, che per la sua preparazione ha potuto contare sull’esperienza dell’Expert Eliana Barbera, docente dell’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro”: un eccellente esempio di sinergia fra realtà diverse del mondo della formazione professionale. Per l’istituto “Bodoni Paravia” non è la prima medaglia: ha già alle spalle un bronzo conquistato in un’edizione precedente. Ora non rimane che puntare all’oro…

Complimenti per la bella medaglia d’argento. È orgogliosa del risultato ottenuto?

Vorrei potermi attribuire tutto il merito, ma normalmente i nostri studenti provengono dalla formazione professionale – in questo caso dall’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro” – quindi gran parte delle loro abilità sono pregresse quando si iscrivono da noi. Sono felice se noi riusciamo a sostenerli e motivare la loro formazione.

Merito suo riconoscerlo. La formazione, dice: l’istituto “Bodoni Paravia” ha dimostrato di saperla finalizzare al meglio. Avevate già vinto un bronzo agli EuroSkills di Budapest 2018 con il grafico Bruno Lo Rillo…

In effetti sono diversi anni che abbiamo allievi che partecipano alle competizioni WorldSkills ottenendo risultati più che soddisfacenti. Aderiamo e continueremo a farlo perché vediamo che i ragazzi ci tengono. Questa esperienza serve proprio a implementare le competenze che acquisiscono con passione, creatività e voglia di migliorare.

Quindi il “Bodoni Paravia” ci sarà alle prossime edizioni, non soltanto avallando la partecipazione del singolo studente, ma magari facendo una piccola selezione all’interno della scuola?

Non sono solita prendere impegni per conto degli altri, però è un’ottima proposta e cercherò volentieri di mettere in piedi una squadra di docenti che stimoli i ragazzi e poi faccia selezione. Ho già in mente alcuni nomi..

Grazie per aver espresso questa volontà e averci regalato questo “scoop”.
WorldSkills punta a valorizzare le eccellenze dei ragazzi, ma anche a offrire una vetrina ai mestieri in gara. Secondo lei in che misura l’esperienza WorldSkills può concorre a orientare fattivamente le scelte professionali dei più giovani?

C’è una distinzione da fare a priori rispetto alla scelta della scuola superiore: la fascia di studenti che si orienta verso i licei ha interessi culturali generali, mentre gli istituti tecnici professionali raccolgono studenti con interessi focalizzati in una certa aerea. Questo vale soprattutto per gli istituti professionali, dove i ragazzi sono già orientati al lavoro, nel nostro caso grafica, fotografia, cinema. I giovani si auto-orientano sulla base di un’idea a volte un po’ ingenua del mestiere: si vedono già registi di fama a Cannes… Iniziative come WorldSkills invece sono un palcoscenico per capire che cosa è davvero quel mestiere, cosa si va a fare, cosa serve per farlo. Per i ragazzi è importante vederlo concretamente.

WorldSkills è un format mondiale. L’ultima edizione dei WorldSkills di Kazan 2019 in Russia, ha contato centomila visitatori in tre giorni. Ma, al di là dell’atmosfera “olimpica” che le competizioni offrono, WorldSkills permette il confronto di parametri benchmark considerati dall’Unesco un patrimonio. Le WorldSkills Standards Specifications (WSSS), infatti, costituiscono lo standard condiviso per ciascuna delle professioni presenti, che sono più di sessanta: rappresentano il catalogo di conoscenze, competenze e best practice internazionali relativo a mestieri specifici. Tali specifiche vengono elaborate dalle giurie internazionali degli Expert e sono aggiornate con cadenza biennale. Alcuni sistemi nazionali hanno iniziato a implementare le WSSS all’interno dei propri sistemi formativi. Come valuterebbe la condivisione di questi standard a livello programmatico come risorsa aggiuntiva?

Non è un discorso nuovo neppure nel sistema scolastico italiano perché abbiamo la certificazione delle competenze, ma sono strumenti culturali e generali e arrivano solo alla fine del percorso scolastico. Ho sempre un po’ di timore quando si parla di standard, perché il problema è chi li determina: da una parte devono essere uniformi, dall’altra non possono essere calati dall’alto…In questo caso specifico però mi sembra che abbiano una finalità di tipo formativo nell’ambito scolastico, ma soprattutto di collegamento con il mondo del lavoro. È positivo perché il datore di lavoro che vuole assumere dipendenti cerca persone che sappiano fare e vuole sapere cosa il candidato sa fare davvero. Quindi è una buona carta di presentazione del percorso che il ragazzo fa nell’ambito della formazione. Mi sembra un’idea pregevole, che rientra anche nel discorso del bilancio delle competenze e nella scelta di autonomia nel progettare il proprio percorso, e che potrebbe avere una serie di buone applicazioni.

Se le chiedessimo tre valori positivi di WorldSkills…

Un valore di ricompensa per i ragazzi. E poi il fatto che è una competizione che esce dall’ambito della scuola: confrontarsi con studenti di altre scuole, con riferimenti adulti competenti come Expert e Tutor è un valore fondamentale, un’iniezione di autostima non da poco. E poi per le scuole è facilmente gestibile: questo perché, rispetto ad altri progetti che richiedono un’assistenza continua da parte del personale scolastico, ci sono ben pochi oneri.

Consiglierebbe ad altri istituti di partecipare?

Sì, anche perché la partecipazione rappresenta un’opportunità per i ragazzi e per la scuola. Iscriversi “non costa nulla” e vale la pena provare.