L’intervista: Ilaria Poggio

Ilaria-Poggio

L’esperienza WorldSkills nelle parole della direttrice dell’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro” di Torino.

Se il grafico Roberto Annaloro dell’IIS “Bodoni Paravia” ha conquistato la medaglia d’argento ai campionati nazionali WorldSkills Italy 2020, da poco conclusisi a Bolzano, buona parte del merito è dell’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro” di Torino, che ha messo a diposizione del competitor ed ex studente una “allenatrice” d’eccezione, Eliana Barbera, non nuova all’esperienza WorldSkills.

Il vostro ex studente Roberto Annaloro, che ha scelto di completare il suo percorso formativo presso l’istituto “Bodoni Paravia”, ha appena portato a casa una medaglia d’argento ai campionati WorldSkills Italy che si sono svolti a Bolzano. Lui è stato bravissimo, ma parte del merito – ve lo riconosce anche la dirigente scolastica del Bodoni – è della vostra docente, che è stata la sua Expert, nonché colei che l’ha “allenato” per le prove. Cosa rappresenta questo riconoscimento per “Immaginazione e lavoro?”

Da anni partecipiamo al programma WorldSkills ed è sempre un’avventura molto piacevole. La medaglia rappresenta quindi una conferma del lavoro che svolgiamo. Come studente, Roberto ci ha sempre dato grande soddisfazione, la sua scelta di continuare gli studi ci ha riempito di gioia e ora la sua medaglia ci rende fieri e orgogliosi. Non sono facili i passaggi da un sistema formativo a uno professionale, ma l’istituto “Bodoni Paravia” rientra tra quelli con cui collaboriamo molto bene. Ebbene sì, ce lo dicono, i nostri ragazzi arrivano preparati soprattutto sulle materie professionalizzanti.

Quali opportunità regala la partecipazione a WorldSkills? 

È certamente un’ottima vetrina sia per l’agenzia di provenienza sia per i ragazzi. Infatti possono mettere in mostra quello che di meglio sanno fare, con le loro mani, la creatività e la passione. Ed è proprio questo il nostro obiettivo. In questo senso WorldSkills è un’ottima occasione per mostrare le loro competenze. Inoltre non nascondo che il clima di competizione di alto livello in cui i Competitor si trovano a gareggiare li mette alla prova e li obbliga a gestire, con l’aiuto degli Expert, momenti di ansia e difficoltà: una buona esperienza per educare il ragazzo alle “competizioni” che si troverà ad affrontare nel mondo del lavoro.

Per lo spettatore che visita gli stand dove i Competitor si sfidano le gare rappresentano uno straordinario colpo d’occhio sui mestieri. In che misura, secondo lei, un’esperienza simile concorre a orientare fattivamente le scelte degli studenti più giovani?

WorldSkills è un ottimo modo per mostrare concretamente i mestieri: li si può “toccare con mano”, si vedono gli studenti all’opera. Per i giovani che devono fare una scelta professionale o che si trovano in difficoltà nel farla, WorldSkills rappresenta quindi una buona opportunità per avere in mente uno sbocco professionale: poi è chiaro che ogni futuro allievo deve visitare la struttura in cui intende svolgere il proprio percorso. Infine, ma non da ultimo, WorldSkills è un ottimo modo per mostrare la varietà e la qualità dell’offerta formativa del Piemonte, regione che investe molto nella formazione professionale.

Potrebbe sintetizzare in un concetto l’esperienza che WorldSkills ha consegnato alla sua agenzia formativa?

La possibilità di collaborare con il mondo esterno, “uscire dal guscio”. Tutti gli anni in cui abbiamo partecipato, indipendentemente dal risultato finale conseguito, abbiamo avuto grandi soddisfazioni. Per ragazzi di 17-18 anni prendere parte a un percorso del genere non è banale: noi proponiamo l’esperienza e loro raccolgono la sfida portandola fino in fondo. Ne siamo orgogliosi.

E questo ha ricadute pratiche?

Certo. Quello che a me personalmente piace di WorldSkills è la capacità di avvicinare i giovani al mondo del lavoro: per un futuro cuoco muoversi come se fosse nella cucina di un ristorante, per un futuro grafico simulare di lavorare in un’agenzia pubblicitaria…

Come sa, WorldSkills elabora standard per ogni professione specifica in gara ed è considerato da Unesco il principale benchmark per la qualità sui mestieri, tanto che in alcune nazioni come la Russia le WorldSkills Standards Specifications (WSSS) sono adottate nel sistema scolastico nazionale. Come valuterebbe la condivisione degli standard WorldSkills a livello programmatico per tutti gli istituti?  Qual è il valore aggiunto di WS come format? 

Tutto ciò che può aiutare una formazione adeguata e con un occhio al mondo del lavoro è fondamentale, quindi anche su questo la preparazione ai WorldSkills potrebbe essere un buon elemento.
Consiglierebbe ad altri istituti di partecipare? 

Assolutamente sì, ricordando però che non è una passeggiata: serve una predisposizione particolare da parte degli studenti e una generosa disponibilità oraria del docente. Però vale l’impegno: è una bella festa, dall’inizio fino alla cerimonia di premiazione!
La sua agenzia continuerà ad aderire al progetto WorldSkills?

Certo, almeno finché ci aiuteranno docenti appassionati come la nostra Eliana Barbera.

L’intervista: Franca Zampollo

Franca-Zampollo

L’esperienza WorldSkills nelle parole della dirigente scolastica dell’IIS “Giovanni Giolitti” di Torino.

All’ISS “Giovanni Giolitti” di Torino si prova gioia e orgoglio per la medaglia di bronzo conquistata agli ultimi campionati nazionali WorldSkills Italy 2020. Se l’è aggiudicata nel mestiere di cuoco Biagio Taddei, che condivide il merito con il suo docente Alessandro Ricci. Per l’istituto “G.Giolitti” è la conferma dell’impegno e del coinvolgimento di studenti, docenti e dirigenti.

Partecipare a un campionato nazionale dei mestieri è una prova impegnativa e l’istituto che lei dirige ha conseguito una medaglia di bronzo, che porta il nome di Biagio Taddei. Come commenta questo riconoscimento?

Sono molto contenta! È un risultato che mette in luce alcuni aspetti: manifesta che il lavoro che stiamo portando avanti in ambito professionale nel nostro istituto è di ottimo livello e consente ai ragazzi di accedere a importanti risultati; inoltre prova l’impegno dei nostri docenti, che spesso va oltre la loro disponibilità strettamente istituzionale. Se gli insegnanti non fossero mossi da grande passione per ciò che fanno e si limitassero all’orario di servizio non otterremmo risultati come questi. La medaglia conseguita è il frutto di una riuscita sinergia tra il giovane Biagio Taddei e il suo docente Alessandro Ricci.

Per l’ISS “Giovanni Giolitti” non è una prima volta…

No, e infatti la nostra scuola partecipa volentieri a concorsi e iniziative del genere, perché offrono ai ragazzi l’occasione di andare oltre la lezione tradizionale, uscire dalla cerchia dei compagni di classe e confrontarsi con un contesto internazionale.

Prove come WorldSkills sono un’esperienza unica per i partecipanti e un “marchio di qualità” per l’istituto che aderisce. Quale valore aggiunto portano concretamente all’istituto i ragazzi e gli expert dopo la partecipazione?

Per l’istituto partecipare alla competizione permette di avere uno strumento di verifica sul lavoro fatto. La partecipazione dei docenti crea grande valore per la scuola: prendere parte alla competizione consente agli insegnanti di sperimentare un confronto con altre realtà, anche a livello internazionale. Tutto ciò che acquisiscono viene poi portato nella didattica a beneficio di tutti gli altri ragazzi sotto forma di nuove competenze.

Come sa, WorldSkills elabora standard per ogni mestiere specifico in gara, e parliamo di più di sessanta professioni. Unesco considera WorldSkills il principale benchmark per la qualità sui mestieri e ci sono addirittura Paesi che hanno rimodellato il proprio sistema formativo basandosi sulle WorldSkills Standards Specifications. Secondo lei è uno strumento che potrebbe aiutare la crescita dell’offerta didattica a tutti i livelli del sistema della formazione professionale?

Premetto che dal punto di vista delle competenze gli istituti professionali sono in fase di riforma. Nel caso particolare, il nostro è legato a Re.Na.I.A. (Rete Nazionale Istituti Alberghieri ndr) con cui portiamo avanti un costante confronto in tema di competenze. Per prendere parte a competizioni come WorldSkills i docenti elaborano profili professionali con relative skills specifiche, tenendo conto degli standard internazionali. Considerata l’importanza della materia, stiamo lavorando sempre di più in questa direzione.

Può indicare tre valori positivi che l’esperienza WorldSkills ha consegnato al suo istituto?

In primo luogo WorldSkills consente a studenti e docenti di confrontarsi con realtà di livello nazionale e internazionale. Poi concorre a sviluppare l’attitudine del lavoro in team, una skill fondamentale per il mondo del lavoro. In ultimo, l’applicazione allo studio richiesta per la preparazione della competizione porta necessariamente ad alzare il livello.

Consiglierebbe ad altri istituti di partecipare a WorldSkills?

Lo consiglierei a tutti gli istituti perché si tratta di un’esperienza che consente di uscire dalla realtà chiusa della scuola per aprirsi a un contesto internazionale: ottimo elemento in un’ottica di miglioramento continuo.

Il suo istituto continuerà ad aderire al progetto WorldSkills?

Certo, parteciperemo anche in futuro, anche perché i docenti traggono grande soddisfazione dalla prospettiva di confronto che la competizione offre.

Per il pubblico che assiste, le competizioni rappresentano una straordinaria “vetrina sui mestieri”. In che misura i giovani possono ricevere indicazioni orientative circa la scelta per un futuro nella formazione professionale?

Credo che in effetti WorldSkills contribuisca notevolmente all’orientamento professionale. Le competizioni consentono ai ragazzi di capire cosa può interessare davvero, indirizzando in maniera concreta la loro formazione. Proprio per questa ragione il nostro istituto cerca di cogliere tutte le valide occasioni di questo tipo, che consentono ai giovani di conoscere davvero le realtà professionali dei diversi mestieri. Penso che questo possa essere un grande aiuto per il loro futuro.

L’intervista: Elena Garrone

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L’esperienza WorldSkills nelle parole della dirigente scolastica dell’IIS “Bodoni Paravia” di Torino.

Dai campionati nazionali WorldSkills Italy 2020, recentemente svoltisi a Bolzano, l’IIS “Bodoni Paravia” ha portato a casa una medaglia d’argento. L’ha conquistata il grafico Roberto Annaloro, che per la sua preparazione ha potuto contare sull’esperienza dell’Expert Eliana Barbera, docente dell’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro”: un eccellente esempio di sinergia fra realtà diverse del mondo della formazione professionale. Per l’istituto “Bodoni Paravia” non è la prima medaglia: ha già alle spalle un bronzo conquistato in un’edizione precedente. Ora non rimane che puntare all’oro…

Complimenti per la bella medaglia d’argento. È orgogliosa del risultato ottenuto?

Vorrei potermi attribuire tutto il merito, ma normalmente i nostri studenti provengono dalla formazione professionale – in questo caso dall’agenzia formativa “Immaginazione e lavoro” – quindi gran parte delle loro abilità sono pregresse quando si iscrivono da noi. Sono felice se noi riusciamo a sostenerli e motivare la loro formazione.

Merito suo riconoscerlo. La formazione, dice: l’istituto “Bodoni Paravia” ha dimostrato di saperla finalizzare al meglio. Avevate già vinto un bronzo agli EuroSkills di Budapest 2018 con il grafico Bruno Lo Rillo…

In effetti sono diversi anni che abbiamo allievi che partecipano alle competizioni WorldSkills ottenendo risultati più che soddisfacenti. Aderiamo e continueremo a farlo perché vediamo che i ragazzi ci tengono. Questa esperienza serve proprio a implementare le competenze che acquisiscono con passione, creatività e voglia di migliorare.

Quindi il “Bodoni Paravia” ci sarà alle prossime edizioni, non soltanto avallando la partecipazione del singolo studente, ma magari facendo una piccola selezione all’interno della scuola?

Non sono solita prendere impegni per conto degli altri, però è un’ottima proposta e cercherò volentieri di mettere in piedi una squadra di docenti che stimoli i ragazzi e poi faccia selezione. Ho già in mente alcuni nomi..

Grazie per aver espresso questa volontà e averci regalato questo “scoop”.
WorldSkills punta a valorizzare le eccellenze dei ragazzi, ma anche a offrire una vetrina ai mestieri in gara. Secondo lei in che misura l’esperienza WorldSkills può concorre a orientare fattivamente le scelte professionali dei più giovani?

C’è una distinzione da fare a priori rispetto alla scelta della scuola superiore: la fascia di studenti che si orienta verso i licei ha interessi culturali generali, mentre gli istituti tecnici professionali raccolgono studenti con interessi focalizzati in una certa aerea. Questo vale soprattutto per gli istituti professionali, dove i ragazzi sono già orientati al lavoro, nel nostro caso grafica, fotografia, cinema. I giovani si auto-orientano sulla base di un’idea a volte un po’ ingenua del mestiere: si vedono già registi di fama a Cannes… Iniziative come WorldSkills invece sono un palcoscenico per capire che cosa è davvero quel mestiere, cosa si va a fare, cosa serve per farlo. Per i ragazzi è importante vederlo concretamente.

WorldSkills è un format mondiale. L’ultima edizione dei WorldSkills di Kazan 2019 in Russia, ha contato centomila visitatori in tre giorni. Ma, al di là dell’atmosfera “olimpica” che le competizioni offrono, WorldSkills permette il confronto di parametri benchmark considerati dall’Unesco un patrimonio. Le WorldSkills Standards Specifications (WSSS), infatti, costituiscono lo standard condiviso per ciascuna delle professioni presenti, che sono più di sessanta: rappresentano il catalogo di conoscenze, competenze e best practice internazionali relativo a mestieri specifici. Tali specifiche vengono elaborate dalle giurie internazionali degli Expert e sono aggiornate con cadenza biennale. Alcuni sistemi nazionali hanno iniziato a implementare le WSSS all’interno dei propri sistemi formativi. Come valuterebbe la condivisione di questi standard a livello programmatico come risorsa aggiuntiva?

Non è un discorso nuovo neppure nel sistema scolastico italiano perché abbiamo la certificazione delle competenze, ma sono strumenti culturali e generali e arrivano solo alla fine del percorso scolastico. Ho sempre un po’ di timore quando si parla di standard, perché il problema è chi li determina: da una parte devono essere uniformi, dall’altra non possono essere calati dall’alto…In questo caso specifico però mi sembra che abbiano una finalità di tipo formativo nell’ambito scolastico, ma soprattutto di collegamento con il mondo del lavoro. È positivo perché il datore di lavoro che vuole assumere dipendenti cerca persone che sappiano fare e vuole sapere cosa il candidato sa fare davvero. Quindi è una buona carta di presentazione del percorso che il ragazzo fa nell’ambito della formazione. Mi sembra un’idea pregevole, che rientra anche nel discorso del bilancio delle competenze e nella scelta di autonomia nel progettare il proprio percorso, e che potrebbe avere una serie di buone applicazioni.

Se le chiedessimo tre valori positivi di WorldSkills…

Un valore di ricompensa per i ragazzi. E poi il fatto che è una competizione che esce dall’ambito della scuola: confrontarsi con studenti di altre scuole, con riferimenti adulti competenti come Expert e Tutor è un valore fondamentale, un’iniezione di autostima non da poco. E poi per le scuole è facilmente gestibile: questo perché, rispetto ad altri progetti che richiedono un’assistenza continua da parte del personale scolastico, ci sono ben pochi oneri.

Consiglierebbe ad altri istituti di partecipare?

Sì, anche perché la partecipazione rappresenta un’opportunità per i ragazzi e per la scuola. Iscriversi “non costa nulla” e vale la pena provare.