Intervista a Matteo Aicardi

MATTEO AICARDI farà parte della squadra di Expert che accompagneranno il #teamItaly agli EuroSkills 2016 in programma a Göteborg dal 1° al 3 dicembre. Gli abbiamo chiesto di raccontarci come sta procedendo la preparazione dei Competitor e anche i profondi cambiamenti che sta attraversando il mestiere del GRAFICO.

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Mancano ancora mesi ai Nazionali, però Veronica si sta già esercitando! Volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo.

Beh sì, da quando ha iniziato ad ottobre penso sia stata un’emozione unica, per lei! Abbiamo iniziato un percorso di preparazione tutti e quattro insieme, io, Eliana, Bruno e Veronica, lei ora sta facendo questo stage per cui le hanno chiesto anche di rinnovare e stava guardando per fare poi un percorso di formazione scolastico più specifico. Insieme abbiamo visto un po’ di cose, guardando anche test project del passato, dando qualche compito. E loro si sono esercitati su quello… Hanno svolto i compiti per l’estate! Poi durante i vari incontri davamo consegne per l’incontro successivo in modo da vedere un po’ tuti gli aspetti, poi se loro avevano poi qualche domanda ci sentivamo anche all’esterno.

Tu sei Expert dalla 2015 edizione dei Regionali. Voi avete un doppio ruolo, da una parte siete motivatori, dall’altra giudici. Per questo aspetto, qual è la sfida più grande?

Sicuramente il discorso di valutare questi ragazzi… Poi io l’esperienza estera la devo ancora fare e avrò modo di vedere la situazione anche con ragazzi di altre nazioni, bisognerà cercare di essere abbastanza imparziali. Ai Regionali la difficoltà nel valutare i singoli aspetti dei lavori, le valutazioni soggettive sono quelle più difficili da fare. Il lavoro magari nel complesso può sembrare ben fatto, ma andando poi nei dettagli magari c’è qualche mancanza. Bisogna sempre capire come gestirla.

C’è stato un momento in particolare delle gare, qualche aneddoto che ti ricordi?

Mah, mi ricordo che spesso io e Eliana eravamo in disaccordo [ride]… Nel senso che ci trovavamo sempre noi due ad aver dato i due estremi di valutazione. Lì non ci può essere una differenza di tre voti, se non sbaglio, e quindi spesso io magari davo il voto più basso e lei quello più alto, o viceversa, e quindi ci trovavamo spesso a confrontarci. In realtà parlando poi ci trovavamo d’accordo e allora si raggiungeva un compromesso. Era anche bello, nel senso che lei arriva da una grafica tradizionale, molto legata alla stampa, all’editoria, io invece sono più legato al web. Ma ci è piaciuto molto lavorare insieme, andavamo a compensarci a vicenda!

Le gare sono sempre un momento di tensione. Se potessi dire qualcosa ai ragazzi e alle ragazze, immaginando di essere proprio attimi prima della gara, che cosa diresti loro?

Mah, sicuramente che comunque il percorso che loro hanno fatto fino a quel momento è andato benissimo, quindi di cercare di rimanere tranquilli, di concentrarsi su quello che c’è da fare e ignorare tutto quel che hanno intorno, e farlo come sanno farlo. Alla fine senza la preoccupazione di ciò che stan facendo o possono fare gli altri, concentrarsi su quel che sanno fare. Che sicuramente andrà bene.

Ti faccio un paio di domande sul tuo mestiere, mettendo da parte per un attimo la competizione…

Non ho studiato, però…! Aspetta che mi metto davanti al pc così ho Google [ride].

No, no, non vale usare Wikipedia! Scherzi a parte.. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di grafico?

Allora, io mi sono diplomato nel 2010 e un annetto dopo ho fatto un corso relativo al web e rispetto a ciò che ci dicevano e a come era improntata la grafica nel mondo della scuola, in realtà il mondo era già diverso. E adesso è ancora cambiato: una volta c’era la specializzazione nel fare qualcosa, adesso la tendenza almeno in Italia è quella di saper fare un po’ di tutto. Questo aspetto ha inciso molto. E poi l’arrivo delle nuove tecnologie e del web ha stravolto un po’ tutto. Se non sai lavorare in questo ambito, hai grosse difficoltà!

Quali sono le qualità indispensabili per questa professione?

Sicuramente il discorso della creatività, è chiaro, perché si può insegnare fino a un certo punto. Poi sicuramente ci vuole la passione, perché comunque non è un mestiere facile e immediato. Come in altri ambiti artistici, ogni cosa che realizzi tende sempre a non piacerti, quindi uno deve avere anche la determinazione di dire “vado avanti lo stesso”. E poi sicuramente le conoscenze: aver frequentato una scuola superiore già di indirizzo, cercare di fare corsi professionali, soprattutto per il discorso dei software.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze?

Sicuramente, essendo per la maggior parte ragazzi che vengono dalle scuole, dà già loro un confronto su quello che è la richiesta al di fuori della scuola, in ambito lavorativo. Poi di sicuro l’esperienza aiuta i ragazzi che superano i Regionali e arrivano a prepararsi per una competizione europea o nazionale, per il discorso del lavorare sotto pressione, in un contesto abbastanza stressante. E poi il cercare di acquisire sempre maggiori nozioni, maggiori conoscenze tecniche. I WorldSkills li spronano sotto questo aspetto, magari anche la persona un po’ più pigra viene incentivata a darsi da fare e questo è un aspetto molto importante.

In bocca al lupo anche a te, Matteo!

Grazie! Abbiamo una bella responsabilità, ma è una bellissima esperienza e durante questi mesi ci è piaciuto molto lavorare con questi ragazzi, ci siamo anche divertiti. Ma è bella anche la tensione della gara, perché fa parte del gioco.

Intervista con Paola Cavaglià

PAOLA CAVAGLIÀ seguirà i Competitor piemontesi ai WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano dal 29 settembre al 1° ottobre. Le abbiamo domandato quali siano le sue sensazioni sulla competizione, ma anche qualche curiosità per quanto riguarda il mestiere di SARTO e quali sono le peculiarità di questa professione nell’ambito di una competizione WorldSkills.

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Buongiorno, Paola! Manca pochissimo alle Competizioni Nazionali, le ragazze sono pronte per partire? Volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo.

Allora, le ragazze hanno visto il test project arrivato da WorldSkills Italy -le foto, perché non è prevista una descrizione testuale- ed abbiamo elaborato l’abito facendo qualche prova, il 9 di settembre all’incontro abbiamo avuto modo di fare una prova sul capo tagliato.

Le ragazze si sentono preparate?

Al momento ci sono ancora un paio di punti interrogativi perché dobbiamo intuire che tipo di lavorazione sarà necessaria, ma le ore che avremo a disposizione dovrebbero bastarci per realizzarlo!

Essere Expert è una bella responsabilità, perché sei chiamato a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è l’aspetto più difficoltoso nel valutare le prove e quale pensi sia invece la maggior difficoltà per i Competitor?

Per noi, la sfida è la valutazione dei dettagli. La precisione è sempre l’elemento che causa maggiore difficoltà, nei nostri ragazzi. Sono molto giovani, arrivano tutti da bienni o trienni e quindi chiaramente per loro essere precisi è più difficile.

Se potessi dire qualcosa ai ragazzi e alle ragazze per motivarli, immaginando di essere proprio al momento della gara, quale sarebbe?

Mah, semplicemente che alla fine i passaggi si conoscono, nel senso che durante gli anni le cose le abbiamo viste, provate, è quel che facciamo anche durante gli esami di scuola. Dovete solo mettere in pratica quel che abbiamo già visto!

C’è stato un momento in particolare delle gare, qualche aneddoto che ti ricordi?

Beh sì, più di uno! Ad esempio: l’abito della scorsa edizione aveva una fantasia, non era a tinta unita, e c’era un disegno da seguire. Nonostante le indicazioni ben visibili, una ragazza ha messo il modello al contrario! Per l’agitazione ha capovolto questo modello più e più volte, poi alla fine ha visto l’enorme freccia che spiccava! Qualcuno si è demoralizzato perché non riusciva a montare le pieghe, era un abito anche abbastanza complicato, a un certo punto ho visto qualcuno che con una taglia e cuci tagliava via tutto un pezzo! Le difficoltà son sempre quelle: le cerniere, un ricamo, un tessuto un po’ particolare da lavorare, a un certo punto avevano male alle mani, un po’ per il tempo un po’ perché erano stanche!

Come fa un sarto a capire di essere tagliato per quel mestiere lì?

Eh quando si appassiona, come uno si appassiona alla cucina, il sarto si appassiona ai tessuti, ai modelli, soprattutto nel voler vedere realizzato un disegno. Comunque è sempre una sfida, riportare su carta e poi su tessuto quello che c’è su un disegno, i tagli, i motivi.. Per avere le stesse proporzioni bisogna essere anche dei bravi modellisti. E la passione è quello che raccoglie tutto.

Rispetto a quando hai iniziato, che cosa è cambiato per i ragazzi e ragazze che si approcciano al mestiere?

Mi ricordo che quando io ho fatto questa scuola era tutto diverso: le lavorazioni, i macchinari, addirittura dove andavo a lezione io c’erano ancora le macchine a pedali, ora sono elettroniche. Tagli automatici, modello CAD… Ci sono molte cose diverse rispetto a un mestiere che era tutto manuale!

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Dunque, io posso parlare per le nostre ragazze [CELESTE ANGLISANI e NAJLAA MISBAH, dell’Associazione Scuole Tecniche San Carlo di Torino]… Loro si sono qualificate tra le prime quindi si sono portate a casa un’enorme soddisfazione, anche perché arrivavano da un biennio e quindi è stato ancora più difficile, perché sono ancora poco esperte. Per loro arrivare a quel punto è stato un bel traguardo e una bella emozione, innanzitutto per il fatto di essere riuscite a portare a termine una competizione importante. L’agitazione e la tensione possono arrivare a farti rinunciare… Poi alla fine erano stanche, non ce la facevano più, una di loro un mattino è stata male, ma sono riuscite a concludere, nonostante tutto. La cosa più bella è stata la premiazione, erano così emozionate che sembravano delle statue di pietra! In ogni caso, preparando i WorldSkills Italy le ho viste più attente, responsabili, puntuali… Più “pronte” nel capire e nell’assimilare: si guardano assieme gli spunti a partire dalle foto, si cerca di capire insieme i procedimenti, non sono più solo io a dare indicazioni su che cosa fare. E insieme, ma soprattutto loro, hanno preparato i quesiti da porre all’incontro preparatorio di Bolzano per capire meglio come realizzare la loro prova.

E noi ci auguriamo che vadano al massimo. In bocca al lupo a tutte!

Intervista a Gerardo Paolo Troccoli

GERARDO PAOLO TROCCOLI, Expert per il mestiere di CAMERIERE, prenderà parte ai Campionati Nazionali WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano dal 29 settembre al 1° ottobre. Gli abbiamo chiesto alcune curiosità sulle Competizioni, ma anche sulla sua professione!

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Buongiorno Gerardo come va? Come hai trascorso l’estate?

Dunque, a inizio estate ho partecipato ad alcune Commissioni d’Esame, complessivamente ho trovato delle buone professionalità, i professori hanno lavorato sicuramente bene.

Tu sei Expert dalla prima edizione dei Campionati Regionali WorldSKills Piemonte, e a breve ti vedremo ai WorldSkills Italy di Bolzano. Esprimere una valutazione sul lavoro dei ragazzi non è certo semplice! Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

Forse in assoluto la sfida è valutare dei ragazzi che comunque ci hanno messo del proprio per mettersi in gioco, quindi già quello è un punto a loro favore. Di conseguenza valutarli con criticità a volte non è sempre così facile, sono già ragazzi che hanno dimostrato una buona volontà ed affezione al lavoro. È vero, possono anche sbagliare nelle varie prove, ma tutto sommato si sono messi in gioco e quindi questo è già un giudizio positivo nei confronti dei ragazzi.

Ma come ci si prepara, per essere Expert?

Ci alleniamo anche noi! Intanto, psicologicamente, a tenersi distaccati dagli aspetti puramente personali e dai giudizi soggettivi. Poi è chiaro che facendo commissioni d’esame, per me è un allenamento continuo. Diversamente, guardiamo e confrontiamo il mondo del lavoro rispetto alla preparazione del mondo della scuola. Andiamo in giro, guardiamo, correggiamo.. Chiaro, non ci mettiamo a dar valutazioni, ma abbiamo i nostri giudizi personali su determinati servizi e su cosa si vuole dai ragazzi nel mondo del lavoro.

Parliamo un po’ della professione. Rispetto a quando avete iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di maÎtre e in generale per chi gestisce sala a livello professionale?

Diciamo che il maÎtre era una figura con elevate competenze professionali ed era un po’ il manager della sala. Oggi ricopre più ruoli, una volta era una figura indipendente, che aveva i suoi riferimenti: il sommelier, il secondo maÎtre, poi si parla di strutture di un certo tipo. C’erano i vari chef, chef de rang, chi stava alla lampada, ognuno aveva un suo ruolo. Oggi si è molto ridotto, diciamo che il maÎtre è sempre il manager della sala, ma deve interagire e saper fare di tutto un po’. Fa un po’ da maÎtre, un po’ da sommelier, un po’ ricevimento delle persone, accompagnamento ai tavoli, in alcuni casi dà anche una mano nel servizio.

Secondo te in generale che cosa ci vuole per diventare un vero professionista? E che cosa consiglieresti ai ragazzi che vogliono approcciarsi a questo mestiere?

Esperienze lavorative diverse, anni di vita lavorativa, approfondimento delle lingue andando all’estero a vedere realtà diverse e lavorare nelle grandi strutture alberghiere.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Intanto fa loro capire che cosa vuol dire fare questo mestiere non solo come automi, ma mettendoci della passione e del sacrificio, cosa che il mondo del lavoro oggi chiede tantissimo. Il nostro mestiere è dedizione e sacrificio, a 360°. Poi si raccolgono i risultati nel tempo, però subito è davvero tante rinunce, tanti sacrifici, e poi comunque adattarsi alle varie situazioni di stress e di richieste. Si chiede loro di dare il massimo, di conseguenza questa è una palestra per il futuro.

La soddisfazione più grande, legata a WorldSKills?

Beh intanto quella di confrontarmi con ragazzi giovanissimi e di conseguenza vedere in loro questo spirito e voglia di mettersi in gioco. È uno stimolo anche per chi ha alle spalle più anni di questo lavoro per migliorarsi e continuare a metterci la stessa passione per aiutare questi ragazzi a crescere.

In bocca al lupo!

Intervista a Patrizia Pilotto

PATRIZIA PILOTTO è Expert per il mestiere di CAMERIERE dai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 e sarà presente ai WorldSkills Italy 2016di Bolzano (29 settembre – 1 ottobre) e agli EuroSkills 2016 di Göteborg (1 – 3 dicembre). Abbiamo tentato di carpire da lei alcuni segreti del mestiere ed anche che significato ha un’esperienza nel mondo dei WorldSkills.

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Buongiorno Patrizia come va? Volevo chiederti se hai avuto modo di seguire la preparazione di Bianca. Come sta andando?

Allora, Bianca ha ottenuto la qualifica professionale a fine giugno. In seguito alla vittoria conquistata ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 è partita per uno stage estivo ed ora si trova ad Ortisei. La sento costantemente, si allena, impara a relazionarsi con gli altri e a lavorare sotto stress. Prima della partenza avevamo provato a replicare un vecchio test project dei Campionati Regionali. Questo la può indubbiamente aiutare: le prove dei WorldSkills sono di abilità, manuali, ma i test project non sono diversissimi gli uni dagli altri, non è come l’ambito della cucina: ci sono proprio delle prove di abilità e di precisione millimetrale. Bianca in questo momento è contenta e sta facendo il giusto percorso, mi manda spesso delle foto per mostrarmi quanto si allena, si rende conto dei propri progressi ed anche di alcune lacune.

Tu sei stata Expert nell’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte e parteciparai ai WorldSkills Italy di Bolzano 2016, ma anche agli EuroSkills 2016. È una bella responsabilità, perché si è chiamati giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

L’aspetto più critico è l’essere imparziali e non essere coinvolti a livello affettivo e personale, perché in quanto allenatori e contemporaneamente giudici, si deve riuscire a tenere bene separate queste due cose ed essere il più obiettivi possibile. Devi riuscire a trasmettere tranquillità al ragazzo che tu alleni, ma nello stesso tempo far sentire a loro agio tutti gli altri. Diventi un punto di riferimento per tutti e devi saper trasmettere loro la passione per quello che stanno facendo.

Un momento particolare che ti ricordi, un aneddoto?

Ricordo un momento occorso con un partecipante, quando il mio disappunto diventò chiaramente visibile per la penalità che aveva ricevuto, perché aveva “buttato via” i fiammiferi. Li aveva proprio scaraventati dalla finestra dello spogliatoio perché aveva già finito la prova. Di conseguenza, quando a fine gara è stato richiesto tutto il materiale necessario, a lui mancavano. E lui, in maniera un po’ ingenua, disse “Li ho buttati via!”. Il disappunto nel mio sguardo era tale da far percepire chiaramente il mio pensiero. L’hanno capito tutti. Persino lui, dopo la prova, mi ha detto: “Se i suoi occhi avessero potuto lanciare fiamme, mi avrebbero fulminato!”.

Però è sopravvissuto!

È sopravvissuto.

Parliamo un po’ della professione, visto che noi ci rivolgiamo anche a ragazzi giovani, alcuni dei quali hanno partecipato all’Orientamento ai Mestieri e vi hanno visto all’opera. Cosa consiglieresti a coloro che vorrebbero approcciarsi a questo mestiere?

Per prima cosa consiglierei di andare in un locale, osservare come si comporta il personale ed avere già un proprio punto di vista, iniziare già a vedere quali sono le cose che ti piacciono o che non ti piacciono quando sei servito al tavolo. Questo è il grande punto di partenza, indipendentemente dalle regole, perché quelle vengono poi acquisite più tardi. Il nostro lavoro è cambiato moltissimo, è quasi un lavoro di marketing, fondamentalmente il cameriere è un venditore. Si deve servire l’ospite, più che il cliente, dall’accoglienza al commiato, quindi bisogna capire se stare a contatto con le persone ti piace. Ed anche se sei disposto a fare dei sacrifici, che significa banalmente anche stare in piedi tante ore. Chi si approccia a questa professione deve amare il mestiere, altrimenti farà sempre il porta-piatti.

Secondo voi, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a un ragazzo che studia o si è già diplomato come maÎtre? Qual è il valore aggiunto?

Il confronto con altri ragazzi, professionisti, che amano quel lavoro. Purtroppo solo con la scuola non sempre trovi il gruppo che è appassionato al mestiere. E talvolta neanche negli ambienti di lavoro! Per questo, per i ragazzi è stimolante. Ogni gara li mette alla prova, imparano a comprendere i propri limiti e vedono come lavorano i colleghi a livello locale, nazionale e internazionale, e questo permette loro di crescere costruendo il proprio piccolo bagaglio personale. Perché non c’è un modo giusto o sbagliato: il fine è uguale, ma ci sono aspetti diversi. Anche per chi li segue è un momento di formazione e di confronto!

La soddisfazione più grande, legata a WorldSKills?

In generale, vedere che l’impegno e la serietà pagano. Non in termini economici, ma di soddisfazione personale. Per me è un valore aggiunto incredibile riuscire a trasmettere poi questa passione ai ragazzi da docente, perché è importantissimo credere in quello che si fa. Worldskills fa un sacco di cose, ma veramente dà lustro alla professione. Poi io ho la fortuna di aver avuto due allievi che si sono qualificati alle fasi successive, ed anche in classe hanno dato valore al resto del gruppo. L’asticella delle competenze è un pochino salita, ma per tutti! Perché sono diventati tutti un po’ più consapevoli che, se vogliono, ce la fanno. Aggiungo anche che la scuola professionale, talvolta, è un po’ bistrattata. Fare uscire da lì dei veri e propri talenti è un grosso risultato e di questo si può ringraziare WorldSKills, perché li valorizza appieno.

Intervista a Roberta Bestetti

ROBERTA BESTETTI sarà con il #teamPiemonte ai Campionati Nazionali WorldSkills Italy 2016 di Bolzano (29 settembre – 1 ottobre) per il mestiere di SARTO e accompagnerà anche il #teamItaly alla volta di Göteborg (Svezia) per gli EuroSkills 2016 (1 – 3 dicembre). Le abbiamo chiesto di dirci le sue impressioni sulle Competizioni alle porte!

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Mancano ancora mesi ai Campionati Europei, ma le Competizioni Nazionali sono alle porte e Laura e Madalina si stanno già esercitando. Volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo!

Abbiamo un po’ di dubbi perché le scuole in generale, nella formazione, sono un po’ più mirate e specifiche, mentre WorldSkills richiede una preparazione più ampia, a 360° rispetto a questa professione. Preparare le Competitor ad un livello alto richiede molto tempo e risorse. Loro però sono motivate, cercano di dare il meglio di sé!

Essere Expert è una bella responsabilità, perché sei chiamata a giudicare l’operato dei ragazzi. Però siete anche formatori. Tu ti vedi più in veste di giudice o di motivatore?

Forse di giudice. Più giudice che allenatore, sicuramente! Le mie alunne sanno che io sono molto fiscale e severa, non regalo niente a nessuno e vado a scovare il pelo nell’uovo!

Qualcosa mi dice che saranno comunque motivatissime! Ma visto che la tensione a volte gioca brutti scherzi, che cosa diresti loro prima della gara, per tranquillizzarle?

Sicuramente che sono pronte, preparate, di non preoccuparsi perché comunque andrà sarà un successo, soprattutto perché sono arrivate lì e sono tutti sulla stessa barca, remano tutti per ottenere un obiettivo. Speriamo di remare più forte di loro!

Come fa un aspirante sarto a capire di essere tagliato per quel mestiere?

Innanzitutto serve tanta pazienza. Perché questo lavoro è precisione, pignoleria, non devi essere frettoloso, certe cose si ottengono con calma. Non si può fare in fretta e bene. E poi bisogna essere creativi!

Rispetto a quando hai iniziato, che cosa è cambiato per i ragazzi e ragazze che si approcciano al mestiere?

Allora, adesso forse al sarto si chiedono cose che una volta non si chiedevano. Una volta il sarto voleva dire “io arrivo, mi piace quest’abitino, ti porto il modellino” e si confezionava, il sarto aiutava, sceglieva il tessuto… Questo succedeva per la classica bottega di sartoria. Adesso le richieste sono diverse, ci sono le tecnologie, nuovi tessuti, nuovi procedimenti, tecniche, macchinari, devi essere molto più preparato e non fermarti alla classica macchina da cucire.

Cosa consiglieresti a chi vuole provare?

La professione è bella, bisogna avere passione e rendersi conto che fare un vestito non è una cosa facile. Tanti arrivano chiedendo una modifica e pensando “tanto cosa ci vuole?”. Ci vuole tanto. Richiede tempo, pazienza, esperienza, chi vuol cominciare deve rendersi conto che c’è tanto lavoro dietro, ci vogliono anni. Anche per me che insegno, ogni giorno c’è una cosa nuova da imparare. È un continuo aggiornarsi!

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Sicuramente è importantissimo, per questo ho cercato di spronare le mie alunne a partecipare, perché è un’esperienza di crescita personale, potersi confrontare con le stesse realtà in ambienti diversi è un valore aggiunto per la propria carriera. A me è capitato di portare queste ragazze a fare anche altre gare e le vedi proprio crescere. Maturano, acquisiscono professionalità, ti fanno domande ulteriori.

Vogliamo far loro un “in bocca al lupo”?

Un grande grande in bocca al lupo, mettiamocela tutta e non scoraggiamoci, che ce la faremo!

Grazie, Roberta!

 

Intervista a Eliana Barbera

ELIANA BARBERA sarà con il #teamPiemonte nella trasferta bolzanina per i WorldSkills Italy 2016 in programma dal 29 settembre al 1° ottobre. Le abbiamo chiesto le sue impressioni, specie per ciò che riguarda essere un’Expert ai WorldSkills, ma anche curiosità su come si sta evolvendo il mestiere di GRAFICO.

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Mancano pochi giorni ai WorldSkills Italy e qualche mese agli EuroSkills, però Bruno si sta già esercitando e ci sembra molto sicuro di sé. E abbiamo sentito anche Veronica che sta facendo uno stage con Laura Tonatto Profumi, ci è parsa emozionata, ma molto entusiasta. Tu, da Expert, che sensazioni hai?

Bruno è molto determinato, lo conosco ormai da due anni ed è un ragazzo che ama la sfida, innanzitutto con se stesso, ma anche con gli altri. È cresciuto molto, dopo l’esperienza dei WorldSkills ha veramente fatto un salto di consapevolezza. Si è diplomato a giugno, nella scuola professionale di Piazza dei Mestieri, tramite la quale è anche stato due mesi in un’agenzia pubblicitaria per uno stage. Il tutto si combina, WorldSkills da una parte, stage e scuola dall’altra. Poi ci siamo incontrati con una cadenza abbastanza regolare, anche con Veronica, che invece ha dato la maturità come grafico l’anno scorso ed ha qualche anno più di lui, ed è diventato anche un bel modo per continuare a provare cose nuove, entrambi si stimolano l’uno con l’altro, si danno dei consigli.

Tu sei Expert dall’edizione 2015 dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte. Per voi giudici, qual è l’aspetto più difficile?

Entrare nel meccanismo di valutazione utilizzato dai WorldSkills. In ambito professionale le valutazioni di merito sul lavoro sono spesso molto soggettive, sensibili alla tua esperienza e alle tue sensazioni personali. Nell’ambito dei WorldSkills è stata invece studiata una griglia di valutazione degli elaborati dei concorrenti molto avanzata, interessante proprio per come scompone le varie parti del lavoro, per come le analizza e valuta e per come “pesa” i giudizi dei singoli Expert per arrivare a una valutazione il più “super partes” possibile. La cosa meravigliosa è comunque vedere a confronto le competenze a livello globale nel mestiere. È un termometro fantastico perché vedi che gli stessi parametri vengono utilizzati tanto in America quanto in Corea, in Europa, quindi ti danno un metro di valutazione della professione a livello mondiale.

È una professione legata all’arte, ma avere parametri oggettivi è importante.

È sicuramente una base. Poi nella competizione valgono regole diverse da quelle che si applicano in campo professionale, ma nella grafica ricorre il fatto di conoscere le regole con cui lavorare e poi trovare il modo di romperle, o quantomeno di adattarle, creartene delle tue, più aderenti alla situazione, al tuo cliente.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

La sensazione che quello che loro hanno imparato sui banchi di scuola non era limitato alle poche persone da cui avevano ricevuto insegnamenti, ma che avevano realmente imparato un mestiere con regole che valgono poi in tutto il mondo. WorldSkills dà loro la consapevolezza che quello che fanno ha un valore che va oltre le mura della loro scuola, i confini della loro città, e quindi ti apre le porte a dire “Magari potrei lavorare anche in un’altra città, o in un altro Stato!”.

Parlando della tua professione: che cosa consiglieresti a un ragazzo che ha finito le scuole medie, magari ha anche partecipato all’Orientamento ai Mestieri WorldSkills e ha deciso di diventare grafico? Quali qualità si devono coltivare?

Secondo me le strade sono tante, non c’è un solo percorso. Devono coltivare la loro passione, crearsi una biblioteca di immagini selezionate, che possono ricavare da esperienze diversissime. Anche passioni non strettamente legate alla grafica. Puoi essere un appassionato di cinema, andare a vedere i musei, leggere libri, guardare gallery e gallery di fotografie, passare ore a sfogliare portfolio su siti come Pinterest, Behance. E bisogna poi cercare di ricollegare tutte queste immagini con nuove modalità. Arricchire questa biblioteca mentale.

Cioè, bisogna fare in modo che i propri interessi entrino a far parte del proprio curriculum, inteso come bagaglio di esperienza?

Esattamente, devi mantenere attiva la tua curiosità e la tua voglia di guardare. Non solo di vedere ciò che hai intorno, ma guardarlo, rielaborarlo, trovarne una sintesi nuova. Più hai questa freschezza e curiosità, più ti aiuta.

Vogliamo fare un “in bocca al lupo” a Veronica, a Bruno e a tutti i Competitor? Diciamo loro qualcosa per incoraggiarli, come se fossimo al momento della gara!

State calmi, e non vi fate prendere dal panico. Dopodiché: concentrazione massima, non perdetevi d’animo e fate tutto quello che sapete fare, perché se siete arrivati fino a qui i numeri li avete, e dopo sarà una grande festa e un’esperienza che ricorderete per tutta la vostra vita. Una di quelle importanti.

Intervista a Alberto Nervo

ALBERTO NERVO sarà ai prossimi Campionati Nazionali WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano (29 settembre – 1 ottobre) e presenzierà agli EuroSkills 2016 di Göteborg (Svezia) dall’1 al 3 dicembre, per il mestiere di MECCANICO. Lo abbiamo raggiunto al telefono per sapere le sue impressioni sulle prossime competizioni!

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Mancano pochi giorni all’inizio dei Campionati Nazionali WorldSkills Italy 2016, mentre per gli EuroSkills dovremo ancora aspettare un paio di mesi. Matteo Marcolin e Simone Cassino si sono allenati duramente. Volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo!

Abbiamo iniziato un percorso di preparazione per entrambi, abbiamo un po’ approfondito i sistemi dell’automobile che nel percorso scolastico loro non avevano fatto, ed abbiamo anche iniziato a pensare alla diagnostica della vettura nell’ambito di ciò che saranno poi le gare.

Tu sei Expert dalla prima edizione dei Regionali. È però una bella responsabilità, perché sei chiamato a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è l’aspetto più difficile nel valutare quel che fanno in gara?

L’aspetto un po’ più difficile è capire se effettivamente quando fanno errori sono solo dovuti al cosiddetto panico da palcoscenico o se invece sono vere e proprie carenze a livello di apprendimento, quello sì, perché può capitare a volte di fare errori generati dalla tensione.

Se potessi dire qualcosa ai ragazzi, immaginando di essere attimi prima della gara, quale sarebbe?

Beh, di non spaventarsi. Non è poi così difficile come loro credono, anche se noi ci mettiamo comunque del nostro per preparare una prova abbastanza particolare. Ma non è impossibile da risolvere: con un po’ di calma e un po’ di logica si riesce a fare tutto.

Come fa un meccanico a capire di essere tagliato per quel mestiere?

Allora, distinguiamo innanzitutto il meccanico di un tempo e il meccanico di oggi, perché quello di oggi dovremmo iniziare a chiamarlo con un nome nuovo, che è meccatronico. Un tempo, un po’ di passione per i motori, un po’ di logica, tanta voglia di imparare potevano rendere una persona un eccellente meccanico, che avrebbe imparato nel tempo un buon mestiere. Per il meccanico di oggi non basta più purtroppo solo il voler imparare, bisogna anche essere portati per l’elettronica e l’elettrotecnica, perché le macchine di oggi sono molto più complicate e quindi bisogna avere anche un po’ più di pazienza e conoscenze. Non bisogna più pensare alla vettura come un motore meccanico, ma un motore con molte componenti elettroniche intorno che lo fanno funzionare. Se non funzionano quelle non funziona neanche l’altro e viceversa.

Quindi la sfida più grande per loro qual è, secondo te?

Il fatto di mettersi in prospettiva di non dover imparare più solamente la meccanica, nuda e cruda, ma anche l’elettronica. Non più solo un mestiere: due!

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

I ragazzi che hanno partecipato alle varie edizioni, sia quelli a podio che quelli non, hanno capito a che scalino era la loro preparazione, ma anche quello di cui il mercato ha bisogno. E, talvolta, alcuni hanno toccato con mano vedendo che il loro livello era in realtà più basso di quel che la realtà richiede. I ragazzi pensano di essere un voto 10 e scoprono magari di essere un voto 6, cioè che mancano loro tante cose per arrivare a conoscere il mestiere vero e proprio. Grazie ai WorldSkills, si fanno un’idea molto pratica di quello che manca loro.

Serve a riportarli alla realtà?

Esatto, coi piedi per terra!

C’è qualche momento in particolare che ti ricordi, di questi anni di WorldSKills?

Diciamo che anche noi che siamo Expert, addirittura in qualità di aziende esterne, neanche come centri di formazione, partecipiamo a questa manifestazione anche per renderci conto del livello di preparazione delle scuole. Abbiamo partecipato agli ultimi Campionati Regionali WorldSkills Piemonte anche e soprattutto per osservare, ma ci siamo molto appassionati perché vediamo che è un movimento molto bello per tutti questi ragazzi. Crea spirito di squadra, crea molte cose belle, e quindi partecipiamo molto volentieri!

Grazie Alberto, in bocca al lupo!

Intervista a Orietta De Santis

ANDREA REVEL CHION, Expert per il mestiere di ESTETISTA ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, accompagnerà il #teamPiemonte ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano (29 settembre – 1 ottobre) e agli EuroSkills 2016 di Göteborg (1 – 3 dicembre). Le abbiamo fatto qualche domanda per capire come si stanno preparando le nostre Competitor, sul lavoro dell’estetista e su cosa vuol dire essere Expert ai WorldSkills.

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Buongiorno Orietta, come va? Giorgia Grande e Giada Perrino si stanno preparando per i Campionati Nazionali ed Europei, che sensazioni hai a riguardo?

Stanno andando bene, le vedo anche molto tranquille. Sono serene, credo che stiano ancora vivendo lontanamente la competizione, anche perché loro lavorano già, quindi sono abituate ad essere sotto esame tutti i giorni.

Tu sei stata Expert all’ultima edizione dei Campionati Regionali, ora andrai ai Campionati Nazionali e agli Euroskills. Di certo è una bella responsabilità, perché devi giudicare l’operato dei Competitor. Secondo te, quale sarà la parte più impegnativa?

La parte più impegnativa non la vedo, vedo tutto impegnativo. Giudicare è difficilissimo, in quel momento devi anche considerare che hanno delle emozioni, vedi che sono tutte tese quindi magari sbagliano delle manovre in un massaggio che sanno fare benissimo, in quel momento le sbagliano poi vanno un po’ in tilt.. No, giudicare credo che sia veramente molto difficile, soprattutto in un WorldSkills, dove c’è tensione per la gara.

Per tranquillizzarle prima delle Competizioni, che cosa diresti loro?

Che hanno già vinto. Se sono lì è perché hanno già fatto parecchio. Stiamo giocando, ci dobbiamo divertire e sicuramente sono già arrivate dove tanti non sono riusciti ad arrivare!

Secondo te in generale, che cosa ci vuole per diventare un vero professionista e cosa consiglieresti ai ragazzi e alle ragazze che vogliono approcciarsi a questo mestiere?

Oggi, nel nostro settore, per diventare un vero professionista sicuramente bisogna aggiornarsi continuamente. Perché quello che oggi hai fatto, studiato e imparato domani è già vecchio. È velocissimo, il percorso dell’estetica poi è immenso, ci sono tantissime cose, quindi sicuramente l’aggiornamento continuo. La voglia di mettersi sempre in discussione e di imparare cose nuove. Forse sembra un po’ retorico, ma devono amare questo lavoro, perché così come per tutti i lavori, se non lo ami non riesci a fare tutti i sacrifici che ti impone.

Rispetto a quando hai iniziato, che cosa trovi che sia cambiato di più, per il mestiere dell’Estetista?

Mah, in realtà non è cambiato tantissimo, anzi sta tornando indietro. Sta tornando alla tradizione, prima è stato molto manuale, poi è diventato molto meccanico, ora si sta tornando al manuale. Secondo me non inventiamo mai niente di nuovo, ma lo rivediamo. Una cosa che negli anni ho notato è che si sta molto lavorando sull’accoglienza, nel saper approcciarsi con le persone. Quando ho fatto il corso io tanti anni fa, c’era mezza giornata di spiegazione. Adesso dove insegno io c’è una psicologa che insegna l’accoglienza, che è importantissima.

A livello generale, qual è il contributo più grande che WorldSkills come organizzazione, anche attraverso la Regione Piemonte e l’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare?

Beh dà tanti contributi. Già soltanto partecipare e già soltanto esistere. Essere una competizione dove loro devono impegnarsi per fare sempre meglio è già molto. L’organizzazione è molto vicino alle ragazze, parlavo con Giada per sapere come stava ed aveva bisogno di rivedere alcune cose, dalla Segreteria ci è stato proposto di fare dei corsi integrativi, cosicché venga data loro la possibilità di conoscere cose nuove. In qualche modo, serve a insegnare diversamente, ed è un contributo grandissimo.

Vuoi aggiungere qualcosa, per concludere?

Beh, non vi interessa che anch’io sia emozionatissima?

Ci interessa eccome! E proprio per questo ti facciamo un grande “in bocca al lupo”!

Intervista a Andrea Revel Chion

ANDREA REVEL CHION, pasticcere, è un Expert dei WorldSkills sin dalla prima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte. Lo abbiamo contattato per chiedergli le sue impressioni in vista dei Campionati Nazionali WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano.

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Mancano poche settimane ai Nazionali, Tommaso [Grollero, ndr] ovviamente si sta già esercitando e noi volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo.

Ci sentiremo a breve, devo capire se è riuscito a organizzarsi per l’elaborazione in zucchero, visto che quest’anno nei test project hanno aggiunto delle prove sullo zucchero filato.

Lui peraltro si esercita da solo, mi ha detto, non ha un tutor che lo segue.

Sì, ha terminato la scuola e si è esercitato alla Selmi di Alba per il cioccolato, poi a Torino da Guido Gobino e tramite il suo ex insegnante ha trovato anche altre opportunità di allenamento.

Tu sei un Expert dalla prima edizione dei Regionali. È però una bella responsabilità, perché sei chiamato  a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

Eh, la parte più difficile è riuscire a valutarli con obiettività, mantenendo l’imparzialità, perché a volte si tende a “proteggere” il concorrente di casa…

C’è stato un momento in particolare delle gare, qualche aneddoto che ti ricordi?

Mi viene in mente subito su due piedi quello che riguarda Enrico Dutto, il ragazzo che vinse una medaglia d’argento a Bolzano. Nella fase finale della competizione stava montando la sua pièce di cioccolato e a un certo punto… È crollata! Era alta, molto bella, ed è crollata in un colpo. Però è stato bello vedere Enrico che si è fermato quei due-tre minuti, ha guardato quello che era rimasto e con una grande capacità di problem solving ha ricreato un’ altra pièce con ciò che di buono era rimasto. Avere il Piano B è importante!

Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di pasticcere?

Diciamo che si è più raffinato, per quanto riguarda ad esempio le decorazioni, le presentazioni… Ed anche per ciò che riguarda i nuovi materiali.

Secondo te in generale che cosa ci vuole per diventare un vero professionista?

Prima di tutto la passione, la voglia di fare e, per quanto riguarda la pasticceria, una buona carica di fantasia e di idee. La voglia di sperimentare, di creare cose nuove.

Secondo te, dato che parliamo di mettersi in gioco continuamente, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

È un momento di socializzazione, poi dà la possibilità di mettersi a confronto con altri ragazzi, altre realtà regionali, nazionali ed estere, con altre persone, altri tipi di lavori, altre modalità professionali.

Se potessi dire qualcosa ai ragazzi e alle ragazze, immaginando di essere proprio al momento della gara, quale sarebbe?

Mah, di lavorare con naturalezza e con tranquillità. Concentrati, ma senza farsi prendere dall’ansia di fare in fretta le cose, di spingere troppo sull’acceleratore per finire prima. E pensare bene a ciò che stanno facendo. Con calma e l’organizzazione dovuta, fare quel che devono fare.

Grazie Andrea, in bocca al lupo anche a te!

Intervista a Luisella Rossi

LUISELLA ROSSI è docente presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Giolitti Bellisario” di Mondovì (CN) ed ha partecipato, nel ruolo di Expert, ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte2015. L’abbiamo contattata per farle alcune domande sugli EuroSkills 2016 in programma dall’1 al 3 dicembre a Göteborg (SVE), ed anche per capirne di più sul mestiere di Hotel Receptionist.

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Buongiorno, Luisella, come stai? Come stanno andando queste settimane?

Buongiorno a voi, tutto bene! Possiamo dire che siamo in fase organizzativa e di coordinamento, cioè stiamo attuando quanto previsto per la preparazione.

Mancano ancora mesi agli EuroSkills 2016, però Denise Giacosa ha già iniziato la preparazione vera e propria, con lo stage al Relais San Maurizioottenuto come premio ai Campionati Regionali 2015 e con il corso di inglese finanziato da WorldSkills Piemonte. Che sensazioni hai a riguardo e quali saranno le prossime tappe?

Denise ha concluso il percorso scolastico e iniziato subito lo stage. È una ragazza responsabile e motivata e sono sicura che questa esperienza, stimolata dalla futura partecipazione agli EuroSkills, le darà una preparazione ancor più approfondita, soprattutto nella gestione pratica del lavoro dell’Hotel Receptionist.

Voi Expert siete per metà “tecnici”, per metà però anche motivatori. Denise ci ha detto che adesso il motto è “Non si scherza più”. È vero?

Verissimo! A dir la verità non abbiamo mai scherzato, ma sempre puntato all’obiettivo: ottenere il massimo. Sicuramente ora sia io, sia Denise, sentiamo “il peso” di questa responsabilità in modo ancor più incisivo e abbiamo rinnovato il nostro impegno e il nostro motto, potremmo dire, è: “Abbiamo alzato il tiro”.

Essere Expert è una bella responsabilità, perché voi siete allenatori, ma anche giudici. Per voi, qual è l’aspetto più difficile, nel valutare l’operato dei ragazzi alle gare?

L’attività dell’Hotel Receptionist, oltre a procedure oggettive, ha molte fasi che si basano su aspetti soggettivi e questi sono i più difficili da valutare, ancor di più in una competizione europea dove intervengono anche componenti culturali che creano aspetti comunicativi non verbali che possono essere interpretati in modo diverso….

Ci racconti un aneddoto, o un momento particolare che hai vissuto alle gare oppure durante la preparazione? O, in ogni caso, il ricordo più piacevole legato ai WorldSkills?

Beh, la preparazione delle prove è stata impegnativa, ma grazie al lavoro fatto con Gabriele Troccoli siamo riusciti ad ottenere il risultato che speravamo e che ci ha soddisfatti. Nella gara di Torino i Competitor sono stati bravissimi: erano concentrati ed è stato bellissimo vedere il pubblico fermo davanti alla nostra postazione a seguire le loro prove. Alcuni ci hanno confidato che non conoscevano il nostro mestiere, o meglio: che non si erano mai resi conto delle difficoltà, della particolarità legate all’accoglienza e a tutti gli aspetti organizzativi che questo comporta…..

Ora, un paio di domande di carattere generale sulla tua professione. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di Hotel Receptionist?

Sicuramente l’aspetto tecnologico, nel senso che oggi molte fasi sono gestite con dei software e  la comunicazione scritta avviene ormai via e-mail. Per quanto riguarda il rapporto con il cliente, ritengo che oggi sia più difficile: è molto più esigente, attento, ma una cosa non è cambiata: a tutti piace essere accolti con un sorriso e sentirsi al centro della nostra attenzione.

Noi ci rivolgiamo a ragazzi e ragazze giovani, alcuni di loro si stanno approcciando al mestiere da poco tempo oppure stanno valutando quale scuola scegliere dopo la scuola secondaria inferiore. Tu che cosa consiglieresti loro? E in generale, che cosa ci vuole per diventare un vero o una vera professionista? Quali sono le qualità da coltivare?

Io dico sempre: il nostro lavoro si basa sul servizio e “Servire è un’arte”. È necessaria una preparazione teorica e pratica, la conoscenza delle lingue straniere è indispensabile. Un altro aspetto fondamentale è quello caratteriale: gentilezza, pazienza, discrezione, disponibilità e assertività, ma anche fermezza e cura di se stessi.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills può dare a questi ragazzi e ragazze? In che cosa consiste il suo valore aggiunto?

Sicuramente fa capire l’importanza del loro mestiere e quindi li rende ancor più motivati. Inoltre la competitività li aiuta ad affrontare situazioni difficili e risolverle, trovando la forza per superarle  e quindi far crescere la loro autostima.

Una frase per incoraggiare non solo Denise, ma tutti i ragazzi del #TeamItaly?

Forza ragazzi! Siete una grande squadra: uno per tutti e tutti per uno!