L’intervista: Roberta Lampugnani

L’esperienza WorldSkills nelle parole della direttrice della “Scuola edile Formazione, sicurezza e costruzioni – Fsc” di Torino.

Una parola per definire WorldSkills, dopo l’esperienza ai campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy che si sono svolti a Bolzano dall’1 al 3 ottobre 2020.

Crescita!

Perché?

Queste competizioni ci regalano grandi gioie ed emozioni e valorizzano l’impegno nostro e dei ragazzi coinvolti. È un lavoro di squadra: noi li formiamo, loro si preparano al meglio. WorldSkills rappresenta la cornice che permette dare espressione alle proprie abilità ad alti livelli, mostrandole ad altri.

Che benefici ne ha tratto il suo istituto?

WorldSkills è un fiore all’occhiello: partecipare alle manifestazioni nazionali dà lustro e offre la possibilità di farsi conoscere oltre il proprio ambito territoriale.

Ci sono ricadute positive anche per i docenti?

Gli insegnanti sono entusiasti e orgogliosi. Sul lavoro non è sempre facile avere un riscontro rispetto a ciò che si fa: WorldSkills offre un’esperienza che valorizza le attività dei docenti a livello professionale e personale, restituendo loro grandi soddisfazioni.

Vede anche una funzione di innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

Certo! Mettersi in gioco e confrontarsi con altre eccellenze è il modo migliore per crescere e tirare fuori quel qualcosa in più che tutti, studenti e docenti, hanno dentro.

Che peso hanno le manifestazioni WorldSkills nell’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani?

Sono una splendida vetrina che permette allo studente di dimostrare il suo valore e allo spettatore di osservare da vicino un mestiere per rendersi conto di quali capacità tecniche servono. Hanno anche un importante valore aggiunto: del muratore non si vede solo che sta costruendo un manufatto, traspare la sua emozione. E questo messaggio è molto più coinvolgente rispetto a osservare, per esempio, un cantiere per strada. Questo rende WorldSkills molto più performante a livello di orientamento di tanti filmati e testimonianze orali.

Finlandia Gran Bretagna, Russia e Svizzera hanno adottato gli standard WorldSkills nei propri sistemi scolastici nazionali. Sarebbe auspicabile anche da noi?

Sì, la formazione deve puntare lì: standard di alta qualità. Questo vale soprattutto se vogliamo rendere i nostri giovani competitivi in un mercato sempre più aperto e globale. Impostare standard elevati a livello regionale e nazionale permette di formare i giovani per le più importanti sfide del mondo del lavoro.

Qual è, secondo lei, il quid in più di WorldSkills?

La possibilità che offre di mettere in vetrina la qualità della proposta formativa e, come dicevo, la funzione di orientamento per il pubblico di giovani e giovanissimi che assistono alle gare. Viviamo in una società dell’immagine: vedere con i propri occhi è più efficace di qualsiasi altra attività di orientamento.