L’intervista: Danilo Caffer

L’esperienza WorldSkills nelle parole del docente dell’ “Ente nazionale giuseppini del Murialdo – Engim” di Pinerolo, expert WorldSkills nel settore della falegnameria.

I campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy si sono svolti a ottobre a Bolzano: ha portato a casa qualche “strumento” nuovo dopo questa esperienza?

Porto a casa un’esperienza davvero molto formativa. Ho visto, tra l’altro, che a Bolzano la professione del falegname gode di grande rispetto. I competitor che hanno conquistato le medaglie in questo mestiere erano molto motivati, veloci, precisi e trasmettevano la determinazione di volere essere i migliori. La loro grinta mi ha fatto riflettere sulla necessità di trasferire ai nostri ragazzi piemontesi le stesse qualità: passione, capacità organizzativa e voglia di essere i migliori nel “mettere l’intelligenza nelle mani”.

Cosa ha restituito l’esperienza WorldSkills a lei personalmente, come professionista del settore?

Ho visto un’altissima professionalità, grande precisione nei manufatti lignei, realizzati a calibro, e la disponibilità di attrezzature invidiabili, le migliori al mondo: è stato molto arricchente.

C’è stato confronto con gli altri expert del settore?

Sì, è stato un dialogo positivo. Ci siamo confrontati sull’organizzazione dei corsi, che in Alto Adige sono impostati sul modello duale, con i ragazzi che per tre giorni svolgono attività presso aziende e due nella scuola.

Mutuerà qualche idea da quanto ha visto?

Ho portato a Pinerolo il manufatto e il disegno di un bel progetto che condivideremo in laboratorio, dando grande importanza a velocità, tecnica e precisione, proprio come durante le gare. Anche se per il momento siamo lontani dagli standard WorldSkills, dovremo puntare là.

Dal riconoscimento dei limiti all’esplorazione delle potenzialità…

Per noi era la prima esperienza sia come expert che come competitor. A Bolzano ci siamo scontrati con i migliori. Abbiamo capito a cosa vogliamo puntare per creare falegnami capaci, bravi, che trovino buoni sbocchi occupazionali. Al prossimo appuntamento WordlSkills saremo più agguerriti.

Qual è la fotografia del ruolo del falegname in Piemonte?

Se un ragazzo è bravo, veloce e competente come quelli che abbiamo visto a WorldSkills, il mercato lo assorbe: gli artigiani lamentano la mancanza di queste risorse di alto livello. Purtroppo, però, troppo spesso la falegnameria viene considerata un ripiego.

E i suoi ragazzi come hanno vissuto l’esperienza WorldSkills?

Siamo partiti con speranze, siamo tornati con consapevolezze: di avere margini di miglioramento e di avere bisogno di competenze ancora più alte. Questo ci ha dato entusiasmo e voglia di fare un bel salto in avanti nel nostro mestiere.

Cosa serve?

Il riconoscimento sociale: nella cornice di WolrdSkills falegnami, muratori, piastrellisti sono visti come professionisti di livello impegnati in mestieri che godono di prestigio. Ben lontani da essere un ripiego, per i ragazzi e per le loro famiglie.

Come contribuisce il format WorldSkills all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

WorldSkills porta a confrontarsi con parametri molto alti, con le eccellenze. Obbliga, quindi, a mettere l’intelligenza nelle mani, guardando all’esempio dei migliori.

Avete creato un network con gli altri partecipanti?

Con gli expert sì, con gli altri competitor meno: del resto sono lì per… competere!

Secondo lei il format WorldSkills svolge anche una funzione per quanto riguarda l’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani?

Assolutamente. La parte di orientamento è fondamentale nel caso della nostra professione perché spesso si pensa ancora al falegname come se fosse Geppetto. Il falegname, invece, non è più l’artigiano che se ne sta in bottega, è online e produce manufatti che incuriosiscono.

Quindi innovazione?

Sì, un Geppetto in versione 4.0, che non fa falegnameria classica, perché quella esiste già: deve trovare un proprio modo, personale, originale e produrre qualcosa di diverso da un mobile preconfezionato infondendoci dentro le proprie competenze e la propria anima.

Qual è il valore aggiunto di WorldSkills?

La riscoperta del prestigio dei mestieri, la possibilità di competere in un clima simile a quello del mondo del lavoro e la funzione di orientamento.

Come considererebbe l’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico?

Sarebbe molto importante: quei parametri sono alti e a noi, inizialmente, hanno “fatto un po’ male”, ma decidere di inserirli all’interno dei percorsi di formazione professionale alza il livello e restituisce il giusto posizionamento dei mestieri. E poi il riflesso è immediato: ti attieni a quegli standard e vieni riconosciuto come esperto del settore.

Con ricadute sul comparto produttivo…

Certo, perché si riportano quelle competenze nel mondo del lavoro, che ne ha bisogno.

Una parola per definire WorldSkills?

Mettersi in gioco. Con velocità, competenza e rispetto del lavoro.

Desidera aggiungere qualcosa?

Vorrei sottolineare che abbiamo toccato con mano e apprezziamo il grande lavoro che sta dietro alla macchina organizzativa di WorldSkills, prima, durante e dopo l’evento. Complimenti ad Agenzia Piemonte Lavoro!

Quindi ci sarete ancora?

Ci siamo avvicinati a WorldSkills soltanto l’anno scorso, ma posso già confermare che ci saremo anche in futuro.