L’intervista: Luca Dalmasso

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L’esperienza WorldSkills nelle parole del docente dell’ “Ente nazionale Acli istruzione professionale – Enaip” di Cuneo, expert WorldSkills nel settore della meccatronica.

La direttrice della sua agenzia formativa, Alessia Cesana, dice che è tornato da Bolzano pieno di entusiasmo e idee. È così?

Sì, lo confermo: ai campionati nazionali dei mestieri ho vissuto un ambiente che apre a prospettive nuove, in cui professioni da noi spesso trascurate vengono valorizzate e trattate con grande riguardo.

Non si riferisce solo alla sua specializzazione, la meccatronica?

No, non solo: tutti i mestieri professionali sono tenuti in alta considerazione.

Entusiasmo e anche un po’ di rammarico per il confronto con la realtà piemontese, quindi?

Non parlerei di rammarico, ma di nuovi orizzonti: l’esperienza vissuta a Bolzano è diventata un punto di riferimento verso cui tendere. Quegli standard così elevati sono i nuovi modelli a cui fare riferimento per innalzare le competenze dei nostri ragazzi.

Condividere i parametri che WorldSkills pone per ogni mestiere a livello internazionale è già un buon punto di partenza per innalzare le competenze professionali dei ragazzi piemontesi…

Sì, ne sono convinto, istituzionalizzare la condivisione di quei parametri sarebbe un input positivo per tutto il sistema formativo.

Usa il condizionale. Cosa lo impedisce?

Bisogna fare i conti con un requisito preliminare indispensabile: occorrono investimenti, soprattutto per attrezzare adeguatamente i laboratori. A Bolzano i competitor piemontesi hanno trovato attrezzature molto avanzate rispetto a quelle che abbiamo a disposizione: là i ragazzi si formano sugli stessi macchinari che i professionisti usano nelle loro attività quotidiane. Bisogna partire da laboratori efficienti e aggiornati per poter offrire una formazione di alto livello.

Fra le ricadute, una formazione di alto livello agevolerebbe anche un contatto diretto con il modo del lavoro?

Sì, certo, ci sarebbe un beneficio reciproco. Quando si preparano ragazzi competenti, viene da sé che anche il mondo del lavoro ne trae giovamento.

Da Bolzano ha messo “in valigia”, anzi, “nella cassetta degli attrezzi” qualche progetto da riproporre nei laboratori a scuola?

Sì, ci sono tante idee. Le ho condivise con i colleghi che le hanno trovate interessanti. Purtroppo il contesto che stiamo vivendo non aiuta: i ragazzi non sono in presenza, i laboratori sono vuoti e questo rende tutto difficile. Quando la situazione si sarà normalizzata le cose cambieranno.

Come è stata l’esperienza WorldSkills a Bolzano per i suoi studenti?

Eccezionale. Immagini cosa significhi per ragazzi così giovani stare fuori casa e confrontarsi con coetanei e adulti. È stata un’esperienza immersiva e intensa, con un livello di coinvolgimento eccezionalmente alto. Per le loro vite personali WorkdSkills ha rappresentato uno stimolo davvero arricchente.

E per il loro curriculum?

Certamente un’esperienza WorldSkills impreziosisce il curriculum! Tuttavia l’organizzazione merita di essere più conosciuta presso le aziende, che potrebbero così comprenderne maggiormente il valore.

Le skill che vengono potenziate nei competitor durante la preparazione per i campionati vengono trasferite anche agli altri studenti?

I partecipanti alle competizioni ne fanno esperienza diretta: spetta poi a expert e tutor riversarle anche sugli altri studenti in modo che ne traggano beneficio.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della formazione professionale anche dei docenti?

WorldSkills offre ai docenti una grande occasione di ispirazione e aggiornamento. Questo avviene grazie al confronto con altri formatori e attraverso l’osservazione delle prove assegnate ai ragazzi.

C’è anche una funzione di orientamento?

La pandemia ha momentaneamente ridotto il suo potenziale, ma in tempi normali l’esperienza Worldskills è molto funzionale rispetto all’orientamento.

Qual è, secondo lei, la funzione caratterizzante WorldSkills?

Ne vedo diverse che vale la pena menzionare: l’opportunità di incontro e confronto con altre realtà professionali, ma anche la possibilità per i ragazzi di gareggiare in un clima che simula quello dell’ambiente di lavoro. E ancora l’innalzamento del livello formativo e la funzione di orientamento per il pubblico di giovani e giovanissimi che assistono alle gare.

Una parola per definire WorldSkills?

Competizione. Nel senso semantico della parola, che ha la stessa radice di competenza. Quindi Worldskills, per me, è un luogo dove si mettono in gioco le proprie competenze.

WorldSkills compie 70 anni

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Era il 1950 quando ventiquattro giovani apprendisti si trovarono a Madrid, in Spagna, per sfidarsi in quella che sarebbe stata riconosciuta come la prima competizione WorldSkills. Era la nascita delle cosiddette olimpiadi dei mestieri.

Da allora sono trascorsi 70 anni. Per sottolineare questo importante traguardo i curatori e gli esperti del WorldSkills Museum hanno raccolto – e gli studi proseguono ancora – testimonianze e documenti che raccontano la nascita e lo sviluppo dell’organizzazione. Il risultato finale delle loro ricerche sarà reso pubblico in occasione dell’inaugurazione del WorldSkills Museum, prevista nel 2022 a Shanghai, in Cina, nella cornice della quarantaseiesima edizione del campionato mondiale WorldSkills.

L’origine

Alla prima gara, ospitata dal 21 novembre al 6 dicembre 1950 nell’istituto Virgen de la Paloma di Madrid, parteciparono due nazioni, Spagna e Portogallo, ognuna con dodici rappresentanti, e c’era anche un giovane concorrente del protettorato spagnolo del Marocco. L’incontro internazionale voleva essere un ampliamento delle gare nazionali già diffuse in Spagna negli anni Quaranta ma, nel clima di ricostruzione del Dopoguerra, lo scopo dichiarato era incentivare i giovani a imparare bene un mestiere, mettendone alla prova le abilità e premiando i migliori con la prospettiva di creare una forza-lavoro con competenze di alto livello che fosse motore per la crescita delle economie nazionali. Settanta anni fa i mestieri in gara erano sei – installazione di tubature, creazione di modelli in legno, tornitura, creazione di circuiti elettrici, fresatura ed ebanisteria – e le giurie impiegarono una settimana a stilare le classifiche. Non esistevano medaglie d’oro, argento o bronzo, i vincitori ricevevano un piccolo premio in denaro, equivalente a circa una decina di euro al giorno d’oggi.

Le edizioni successive

Nel 1953 la Spagna organizzò una seconda edizione e questa volta, oltre al Portogallo e al protettorato spagnolo del Marocco, aderirono Francia, Germania (allora Repubblica Federale Tedesca), Gran Bretagna e Svizzera. Il team più numeroso fu quello tedesco che arrivò in Spagna dal distretto industriale di Wuppertal superando una bufera sui Pirenei a bordo di un pulmino. Le testimonianze di due partecipanti di allora, Klaus Etzel e l’allora diciassettenne Edgar Stengel hanno contribuito a ricostruire quello storico incontro. Al termine delle gare infatti i rappresentanti delle nazioni coinvolte si accordarono sul futuro dell’organizzazione. Fra i team leader c’era anche un giovane Francisco Albert Vidal, che sarebbe poi diventato presidente di WorldSkills International. Quattro anni dopo fu stilato un primo statuto e fondata l’International Vocational Skills Organisation, poi ufficializzata in WorldSkills International. Con l’edizione del 1970 a Tokyo l’organizzazione acquisì una veste intercontinentale.

Il presente

Oggi WorldSkills conta 85 paesi membri e all’ultima edizione dei campionati mondiali, organizzata nel 2019 a Kazan, in Russia, i competitor sono stati oltre 1.300, provenienti da 63 paesi, in gara per 56 mestieri.

Il futuro

Il prossimo appuntamento è nel 2022 a Shangai, in Cina, e sarà coronato dall’inaugurazione del WorldSkills Museum.

 

Se vuoi approfondire  →  https://worldskills.org/media/news/worldskills-celebrates-70-years/

Successo di Orientamento ai mestieri WorldSkills a IoLavoro Digital Edition

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Al debutto nella sua prima edizione online, IOLAVORO Digital Edition è stata un grande successo. Lo testimoniano i numeri della due giorni dedicata al mondo del lavoro e della formazione, che si è svolta il 2 e 3 dicembre 2020 sulla piattaforma www.iolavoro.org. I partecipanti sono stati complessivamente 5.043, con 1.510 videocolloqui effettuati per quasi 5.000 posizioni lavorative aperte.

Frequentatissimo lo spazio Orientamento ai mestieri WorldSkills: è stato visitato da oltre 1.500 studenti e un centinaio fra docenti e formatori che si sono collegati per conoscere le realtà piemontesi del mondo della formazione e dell’istruzione professionale che aderiscono all’organizzazione internazionale WorldSkills. Molto seguiti anche i 32 webinar tenuti da 86 relatori, esperti che hanno presentato offerte didattiche o fornito strumenti per orientare le scelte scolastiche e professionali di giovani e famiglie.

Tutti i contenuti dei webinar saranno resi disponibili on demand sul sito www.iolavoro.org.

“L’evento digitale è stato progettato, sviluppato e organizzato in un mese, e questa nuova modalità ha generato tra l’altro una notevole riduzione dell’impatto ambientale, un importante risparmio di tonnellate di CO2 e notevole riduzione dei costi. Inoltre, la piattaforma potrà essere sfruttata anche in occasione dei nostri futuri eventi”, commenta Giampietro Ferrarese, responsabile di WorldSkills Piemonte, dell’organizzazione di IOLAVORO, e di Comunicazione ed Eventi di Agenzia Piemonte Lavoro, l’ente della Regione Piemonte che organizza IOLAVORO – evento annuale del POR FSE Regione Piemonte – con i finanziamenti del Fondo sociale europeo.

L’appuntamento alla prossima edizione di IOLAVORO e Orientamento ai mestieri WordSkills è per la primavera 2021.

 

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Orientamento ai mestieri WorldSkills: il programma

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Il 2 e 3 dicembre 2020 IOLAVORO Digital Edition ospita Orientamento ai mestieri WorldSkills, una delle iniziative legate alla Settimana europea della formazione professionale 2020, organizzata dalla Commissione europea. Un appuntamento dedicato a chi è ancora in cerca del proprio futuro formativo.

 

All’interno di Orientamento ai mestieri WorldSkills sarà possibile incontrare e interagire con le realtà del mondo della formazione e istruzione professionale piemontese che aderiscono alle iniziative WorldSkills: agenzie formative, istituti tecnici professionali, istituti tecnici superiori (ITS). In uno spazio virtuale dedicato saranno consultabili le loro offerte didattiche e opportunità professionali.

 

Proprio attraverso questi enti formativi, WorldSkills Piemonte mette a disposizione uno strumento di orientamento dando la possibilità di conoscere da vicino, tra gli altri, undici mestieri professionali per valutare con consapevolezza scelte formative e futuro professionale. I mestieri rappresentati, con i quali la Regione Piemonte partecipa alle competizioni nazionali e internazionali WorldSkills, sono: acconciatore, cameriere, cuoco, estetista, falegname, grafico, hotel receptionist, meccanico d’auto, muratore, pasticciere, sarto.

 

Consulta il programma dei webinar e scopri tutti gli eventi dedicati all’orientamento.

 

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L’intervista: Danilo Caffer

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L’esperienza WorldSkills nelle parole del docente dell’ “Ente nazionale giuseppini del Murialdo – Engim” di Pinerolo, expert WorldSkills nel settore della falegnameria.

I campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy si sono svolti a ottobre a Bolzano: ha portato a casa qualche “strumento” nuovo dopo questa esperienza?

Porto a casa un’esperienza davvero molto formativa. Ho visto, tra l’altro, che a Bolzano la professione del falegname gode di grande rispetto. I competitor che hanno conquistato le medaglie in questo mestiere erano molto motivati, veloci, precisi e trasmettevano la determinazione di volere essere i migliori. La loro grinta mi ha fatto riflettere sulla necessità di trasferire ai nostri ragazzi piemontesi le stesse qualità: passione, capacità organizzativa e voglia di essere i migliori nel “mettere l’intelligenza nelle mani”.

Cosa ha restituito l’esperienza WorldSkills a lei personalmente, come professionista del settore?

Ho visto un’altissima professionalità, grande precisione nei manufatti lignei, realizzati a calibro, e la disponibilità di attrezzature invidiabili, le migliori al mondo: è stato molto arricchente.

C’è stato confronto con gli altri expert del settore?

Sì, è stato un dialogo positivo. Ci siamo confrontati sull’organizzazione dei corsi, che in Alto Adige sono impostati sul modello duale, con i ragazzi che per tre giorni svolgono attività presso aziende e due nella scuola.

Mutuerà qualche idea da quanto ha visto?

Ho portato a Pinerolo il manufatto e il disegno di un bel progetto che condivideremo in laboratorio, dando grande importanza a velocità, tecnica e precisione, proprio come durante le gare. Anche se per il momento siamo lontani dagli standard WorldSkills, dovremo puntare là.

Dal riconoscimento dei limiti all’esplorazione delle potenzialità…

Per noi era la prima esperienza sia come expert che come competitor. A Bolzano ci siamo scontrati con i migliori. Abbiamo capito a cosa vogliamo puntare per creare falegnami capaci, bravi, che trovino buoni sbocchi occupazionali. Al prossimo appuntamento WordlSkills saremo più agguerriti.

Qual è la fotografia del ruolo del falegname in Piemonte?

Se un ragazzo è bravo, veloce e competente come quelli che abbiamo visto a WorldSkills, il mercato lo assorbe: gli artigiani lamentano la mancanza di queste risorse di alto livello. Purtroppo, però, troppo spesso la falegnameria viene considerata un ripiego.

E i suoi ragazzi come hanno vissuto l’esperienza WorldSkills?

Siamo partiti con speranze, siamo tornati con consapevolezze: di avere margini di miglioramento e di avere bisogno di competenze ancora più alte. Questo ci ha dato entusiasmo e voglia di fare un bel salto in avanti nel nostro mestiere.

Cosa serve?

Il riconoscimento sociale: nella cornice di WolrdSkills falegnami, muratori, piastrellisti sono visti come professionisti di livello impegnati in mestieri che godono di prestigio. Ben lontani da essere un ripiego, per i ragazzi e per le loro famiglie.

Come contribuisce il format WorldSkills all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

WorldSkills porta a confrontarsi con parametri molto alti, con le eccellenze. Obbliga, quindi, a mettere l’intelligenza nelle mani, guardando all’esempio dei migliori.

Avete creato un network con gli altri partecipanti?

Con gli expert sì, con gli altri competitor meno: del resto sono lì per… competere!

Secondo lei il format WorldSkills svolge anche una funzione per quanto riguarda l’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani?

Assolutamente. La parte di orientamento è fondamentale nel caso della nostra professione perché spesso si pensa ancora al falegname come se fosse Geppetto. Il falegname, invece, non è più l’artigiano che se ne sta in bottega, è online e produce manufatti che incuriosiscono.

Quindi innovazione?

Sì, un Geppetto in versione 4.0, che non fa falegnameria classica, perché quella esiste già: deve trovare un proprio modo, personale, originale e produrre qualcosa di diverso da un mobile preconfezionato infondendoci dentro le proprie competenze e la propria anima.

Qual è il valore aggiunto di WorldSkills?

La riscoperta del prestigio dei mestieri, la possibilità di competere in un clima simile a quello del mondo del lavoro e la funzione di orientamento.

Come considererebbe l’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico?

Sarebbe molto importante: quei parametri sono alti e a noi, inizialmente, hanno “fatto un po’ male”, ma decidere di inserirli all’interno dei percorsi di formazione professionale alza il livello e restituisce il giusto posizionamento dei mestieri. E poi il riflesso è immediato: ti attieni a quegli standard e vieni riconosciuto come esperto del settore.

Con ricadute sul comparto produttivo…

Certo, perché si riportano quelle competenze nel mondo del lavoro, che ne ha bisogno.

Una parola per definire WorldSkills?

Mettersi in gioco. Con velocità, competenza e rispetto del lavoro.

Desidera aggiungere qualcosa?

Vorrei sottolineare che abbiamo toccato con mano e apprezziamo il grande lavoro che sta dietro alla macchina organizzativa di WorldSkills, prima, durante e dopo l’evento. Complimenti ad Agenzia Piemonte Lavoro!

Quindi ci sarete ancora?

Ci siamo avvicinati a WorldSkills soltanto l’anno scorso, ma posso già confermare che ci saremo anche in futuro.

WorldSkills orienta ai mestieri nella cornice di IoLavoro Digital Edition

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Anche quest’anno Orientamento ai mestieri WorldSkills, la vetrina di WorldSkills Piemonte dedicata all’orientamento professionale, avrà uno spazio proprio all’interno dell’edizione di IOLAVORO Digital Edition, la fiera virtuale di Agenzia Piemonte Lavoro dedicata al matching fra domanda e offerta di lavoro che si terrà il 2 e 3 dicembre esclusivamente online.

Visitando questa stanza virtuale si potranno ricevere indicazioni sui piani didattici e sulle opportunità offerte dalle realtà della formazione professionale che partecipano.

Si potranno inoltre conoscere da vicino undici mestieri fra quelli previsti dal format WorldSkills International – acconciatore, cameriere, cuoco, estetista, falegname, grafico, hotel receptionist, meccanico d’auto, muratore, pasticciere, sarto – illustrati dalle agenzie formative e dagli istituti tecnici professionali che si riserveranno un proprio stand virtuale all’interno dello spazio WorldSkills.

Saranno rappresentati anche gli istituti tecnici superiori, che potranno presentare i propri percorsi formativi fornendo indicazioni su come proseguire la carriera scolastica post-diploma con corsi ad alta specializzazione tecnica.

Tutte le realtà del mondo della formazione avranno la possibilità di caricare video, foto e presentazioni, chattare con gli utenti, programmare webinar.

 

WorldSkills Piemonte all’International Career & Employers’ Day

Nell’ambito dell’International Career & Employers’ Day organizzato da Eures, WorldSkills Piemonte è presente con un proprio spazio all’interno della 25esima edizione del Salone Orientamenti di Genova, in programma dal 10 al 12 novembre, dalle 9.00 alle 21.00, sulla piattaforma online www.saloneorientamenti.it

La manifestazione, che si pone come importante appuntamento nazionale per aiutare gli studenti a orientarsi nella scelta dei percorsi scolastici più appropriati, quest’anno è strutturata in quattro aree tematiche: Conosci te stessoConosci il lavoroConosci la societàConosci la formazione. All’interno della sezione Conosci il lavoro WorldSkills Piemonte, che partecipa all’appuntamento dal 2017, occupa una stanza virtuale (stand T 7-21) dove presenta i propri servizi di orientamento e formazione.

Mette infatti a disposizione materiale multimediale dedicato a far conoscere concretamente il progetto WorldSkills nelle sue tante sfaccettature: la valorizzazione delle competenze professionali, la condivisione dell’alta qualità degli standard formativi WorldSkills, le competizioni degli studenti nei vari mestieri professionali, i percorsi di gara dal livello regionale a quello mondiale. Fa rivivere concretamente l’atmosfera WorldSkills tramite video e immagini emozionanti che ripercorrono le ultime esperienze ai campionati nazionali WorldSkills, organizzati a ottobre 2020 a Bolzano.

Al fine di affiancare con l’interazione il carattere informativo del servizio, una live chat attiva dalle 10.00 alle 18.00 permette di dialogare con i referenti del progetto.

Per entrare nello spazio, clicca qui.

Se vuoi scoprire i sevizi di job matching che Agenzia Piemonte lavoro propone nell’ambito dell’International Career & Employers’ Day, clicca qui.

L’intervista: Alessia Cesana

Alessia-Cesana

L’esperienza WorldSkills nelle parole della direttrice dell’ “Ente nazionale Acli istruzione professionale – Enaip” di Cuneo

Cosa hanno riportato i vostri competitor ed expert dall’esperienza ai campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy che si sono svolti a Bolzano dall’1 al 3 ottobre 2020?

Il collega Luca Dalmasso e l’allievo Andrea Bongiovanni sono tornati pieni di entusiasmo e idee da riproporre nei laboratori a scuola. La partecipazione ai campionati nazionali è stata una grande spinta motivazionale.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale di studenti e docenti?

Il format WorldSkills aiuta a puntare in alto: i docenti sono stimolati a reinventare la propria didattica e ritrovano nuovi stimoli professionali; gli allievi vengono incentivati a superare le proprie barriere.

Quale ritiene sia il vero valore aggiunto di WorldSkills?

La valorizzazione della formazione professionale, che raggiunge livelli molto alti. Le professioni assumono quasi espressioni artistiche ed evidenziano gradi di abilità molto elevati.

Come considererebbe l’adozione degli standard WorldSkills nel sistema scolastico regionale o nazionale?

Gli standard WorldSkills sono molto elevati e rappresentano un ottimo modo per testare e valorizzare le eccellenze che spesso riscontriamo nei giovani della formazione professionale.

Una parola per definire WorldSkills?

Eccellenze.

Desidera aggiungere qualcosa?

Spesso i ragazzi scelgono la formazione professionale come scappatoia, credono sia sinonimo di “scuola facile”. La sfida è fare in modo che il percorso scelto diventi la loro passione. WorldSkills sintetizza il sogno di una formazione che valorizza e dona credibilità a tutti i mestieri a livello internazionale e questo aspetto fa parte della nostra tradizione.

L’intervista: Giampiero Monetti

Giampiero-Monetti

L’esperienza WorldSkills nelle parole del direttore del “Consorzio per la formazione, innovazione e qualità – Cfiq” di Pinerolo

L’agenzia formativa che dirige ha aderito fin dalla prima edizione di WorldSkills Piemonte. Cosa l’ha convinta del valore del progetto?

Abbiamo aderito con convinzione a WorldSkills fin dal 2014 perché riponiamo grande fiducia nelle ricadute positive del progetto. In più, possiamo anche contare su collaboratori che partecipano con un approccio aperto e privo di ritrosie. Il nostro impegno è stato sempre ripagato dai grandi benefici che ne abbiamo tratto: per questa ragione non faremo mai mancare il nostro appoggio a questa importante e utile iniziativa di Agenzia Piemonte Lavoro. Credo molto in esperienze come questa, che offrono occasione di confronto, costruttività e apertura.

Quali sono, nel concreto, alcuni dei benefici di cui parla?

WorldSkills consente di creare un sano livello di tensione rispetto all’esterno: noi possiamo essere bravissimi a organizzare corsi che siano validi, ma la didattica deve essere supportata da esperienze esterne come questa, che danno concretamente la misura del livello delle prestazioni professionali trasmesse ai ragazzi.

Quindi una cartina di tornasole per i formatori. E per i ragazzi?

Non solo i benefici ci sono, ma sono anche estesi a tutta la classe: è vero che ha un impatto maggiore soprattutto su chi prende parte alle competizioni, ma la condivisone del percorso di preparazione influenza positivamente tutti gli allievi.

Come rispondono i docenti al progetto WordSkills?

Positivamente: oltre alla voglia di mettersi in gioco, ne ricavano un confronto di alto livello. E, soprattutto, si sentono parte di una rete professionale ampia, che va oltre i confini del territorio in cui opera l’agenzia formativa. Il network professionale che si crea fra le persone durante le esperienze WorldSkills è un rilevante valore aggiunto. Sarebbe molto utile se Agenzia Piemonte Lavoro, che già valorizza questo patrimonio, avesse modo di promuoverlo maggiormente presso tutte quante le realtà formative regionali.

Un network più ampio, intende?

Sarebbe bello se la parte di formazione e preparazione alle competizioni WorldSkills potesse godere dei vantaggi di aderire a una rete di professionisti. Questo farebbe crescere il livello di tutti, studenti e docenti. Sempre sotto il coordinamento di Agenzia Piemonte Lavoro, si potrebbero organizzare con frequenza maggiore competizioni che rappresentino momenti puntuali di confronto e crescita. Magari mettendo in palio una borsa di studio, un tirocinio che crei un collegamento con il mondo del lavoro… Sarebbe un ottimo ingaggio fra Agenzia Piemonte Lavoro e gli standard formativi regionali.

A questo proposito, valuterebbe positivamente l’adozione dei parametri WorldSkills nel sistema scolastico regionale o nazionale?

Assolutamente sì, è sufficiente creare un’area progetto sperimentale di Regione Piemonte, in cui verticalizzare l’esperienza WorldSkills, sottraendole l’occasionalità legata ai campionati. Questa area progetto, con standard di alta qualità determinati, può diventare terreno fertile di crescita per tutte le realtà formative professionali. Permetterebbe inoltre di superare i limiti di certe rigidità degli standard regionali che avrebbero modo di essere riviste, interpretate e riprogettate: un simile “scollinamento” non potrebbe che innescare una serie di ricadute positive. In sostanza, da convinto sostenitore del rimescolamento positivo delle esperienze, sono favorevolissimo all’ipotesi.

In che modo il format WorldSkills contribuisce all’innalzamento della qualità dell’istruzione e della formazione professionale?

WorldSkills consente di rapportarsi con il mondo del lavoro a livelli qualitativi molto alti: questo crea un tiraggio professionale benefico, che innesca la crescita di tutti. Esclusivamente attraverso un percorso didattico e formativo, per quanto strutturato al meglio, non si riescono a toccare certe corde. Le ricadute positive si vedono anche sulle realtà produttive, che si mostrano ben disposte ad accogliere ragazzi provenienti da esperienze formative di così alto livello… Certo, il tessuto produttivo ne beneficia in modo direttamente proporzionale. Vado oltre e immagino quanto sarebbe efficace se alcune esperienze WorldSkills fossero ospitate presso aziende del settore: sarebbe una cassa di risonanza capace di generare un’eco potentissima. Superando la paura di mettere insieme le forze, si potrebbero ottenere ottimi risultati.

E per quanto riguarda l’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani?

Non bisogna confonderlo con le attività promozionali che ogni agenzia porta avanti presso le scuole medie: quello è orientamento professionale. WorldSkills invece è autentico orientamento alla professione: è un momento vivo, di grande opportunità. Si potrebbe capitalizzare ancora meglio però, perché ritengo che non basti portare i ragazzi in tour fra i mestieri in vetrina, se la visita non è stata opportunamente preparata in una fase precedente.

Quale ritiene sia il vero valore aggiunto di WorldSkills?

Per i ragazzi la possibilità di gareggiare in un clima che riproduce quello dell’ambiente di lavoro. Per i docenti l’occasione di incontro e confronto con altre realtà professionali, nazionali e internazionali. Sarebbe bello se WorldSkills diventasse un marchio nel quale ci si possa riconoscere tutti!

WorldSkills in una parola?

Innovazione.

L’intervista: Federico Furfaro

Federico-Furfaro

L’esperienza WorldSkills nelle parole del direttore del “Consorzio interaziendale canavesano per la formazione professionale – Ciac Ferdinando Prat” di Ivrea

Dall’1 al 3 ottobre 2020, a Bolzano, si sono svolti i campionati nazionali dei mestieri WorldSkills Italy: com’è stata l’esperienza?

Molto positiva: ci ha confermato l’ottimo lavoro di preparazione portato avanti da docenti e studenti. Per loro le competizioni di Bolzano – personalmente preferisco chiamarle “giochi” per valorizzarne l’aspetto ludico – sono state il punto di arrivo di un percorso formativo iniziato quattro anni prima.

Qual è stato il riscontro da parte degli insegnanti che hanno partecipato?

Se per i ragazzi i campionati nazionali hanno rappresentato la bellissima opportunità di misurare il proprio livello di preparazione, per i docenti è stata un’esperienza molto stimolante. Questo perché dalle performance degli allievi hanno potuto cogliere nuovi spunti per rimodulare alcuni elementi della didattica connessi alla formazione e alla verifica delle competenze, attingendo direttamente al modello WorldSkills.

Quindi i contenuti WorldSkills come stimolo all’innalzamento della didattica…

Sì, noi in particolare, essendo il nostro un consorzio interaziendale, li abbiamo accolti non solo per il settore alberghiero ma anche per le altre specializzazioni professionali. WorldSkills ci ha offerto anche uno spunto per portare il concetto di competizione all’interno della didattica: ora organizziamo gare interne alla sede o alle sedi Ciac, anche con il coinvolgimento di realtà esterne. Sono stimolanti, divertenti ed escono dalla routine: sono ispirate agli stessi parametri di WorldSkills, senza l’ambizione di essere altrettanto complete. Parlava anche del momento delle verifiche… Sì, per esempio per il settore alberghiero abbiamo integrato una nuova modalità: mentre una volta le verifiche erano pensate come lavoro di gruppo, ora selezioniamo prove più rispondenti agli standard dalle competizioni WorldSkills, perché consentono ai ragazzi di mettere in atto tutte le competenze acquisite.

A proposito di standard WorldSkills, come considererebbe l’adozione di quei parametri nel sistema scolastico regionale o nazionale?

Per quanto riguarda i livelli delle competenze tecniche e personali, legate per esempio alla gestione dei tempi del lavoro e dello stress, la valuterei molto positivamente. Siamo consapevoli del fatto che il livello di competenze definito dagli standard WorldSkills è estremamente elevato e non sempre i ragazzi sono all’altezza di raggiungere quella preparazione. Noi cerchiamo di inserire quegli obiettivi all’interno dei percorsi formativi inserendoli all’interno di un lavoro di squadra.

E per quanto riguarda l’orientamento formativo e professionale dei ragazzi più giovani, qual è il contributo delle competizioni WorldSkills?

I giochi hanno una forte valenza didattica per competitor ed expert, ma hanno anche un’importante funzione di orientamento. La scelta di un mestiere, e conseguentemente di una scuola o di un’agenzia formativa, si basano spesso su preconcetti, che non sempre trovano riscontro nella realtà. Per un ragazzo che deve compiere una scelta per il suo futuro, ma anche per la sua famiglia, WorldSkills rappresenta l’opportunità di vedere svolgere un mestiere nel concreto, a livello di eccellenza. È quindi uno strumento molto funzionale per orientare le scelte e trovare la propria strada, superando tutte le idee legate a una professione che non poggiano su un’approfondita conoscenza dei reali percorsi e sbocchi professionali.

Qual è il vero valore aggiunto di WorldSkills?

L’esperienza WorldSkills è un marchio di qualità che si inserisce nel curriculum dello studente. Ma non solo suo: ha una ricaduta positiva su tutti i soggetti coinvolti, anche per gli istituti. A noi ha offerto una bellissima opportunità di confrontarci con altre eccellenze e “metterci in vetrina”.

Come?

Per esempio, due nostri ragazzi sono saliti sul podio nelle competizioni regionali: noi rilanciamo queste belle notizie anche sui nostri social e le valorizziamo quando illustriamo le attività del nostro istituto. All’ultimo incontro con le famiglie dei nuovi possibili iscritti era presente la nostra competitor Roberta Checchia, che ha conquistato una medaglia ai campionati regionali nel mestiere di cuoco: ne ho approfittato per presentarla come un modello di eccellenza, auspicando che anche i loro figli possano raggiungere quel livello.

Una sintesi per definire WorldSkills?

Sfida. Con i competitor, certo, ma soprattutto con i propri limiti. Questo vale per i ragazzi, ma anche per insegnanti e istituti. Bastano pochi giorni di gare per vedere studenti evolvere e cambiare radicalmente nei propri atteggiamenti: le competizioni, con i loro tempi stretti e il carico di stress, innescano un salto di qualità.

Desidera aggiungere qualcosa?

È nel nostro interesse continuare a confrontarci con WorldSkills, non solo come sede di Ivrea ma come struttura Ciac nel suo complesso. Per noi e per i nostri ragazzi è un’opportunità determinante.