Intervista a Tommaso Grollero

TOMMASO GROLLERO è pasticcere, medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015. Fra meno di un mese sarà alle prese con le Competizioni Nazionali dei WorldSkills Italy 2016, in programma a Bolzano dal 29 settembre all’1 ottobre. Gli abbiamo fatto qualche domanda sulle sue aspettative, le sue speranze ed anche sulla sua passione per l’arte dolciaria.

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Come stai, Tommaso, e come procede la tua estate?

Quest’estate mi sono allenato per la competizione ai WorldSkills Italy di Bolzano, adesso ho fatto un tirocinio ad Alba da Selmi e uno a Torino come premio dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte, da Guido Gobino. Dovrò provare e riprovare per arrivare alla gara senza troppe ansie, visto che io sono un ragazzo abbastanza apprensivo: preferisco avere tutto sotto controllo.

Come sta procedendo la preparazione, ti senti al passo con gli altri competitor?

Mah, io parto dallo stesso presupposto con cui sono partito l’anno scorso, vado là più per me che non per la competizione in sé, non per arrivare primo a tutti i costi. Poi, se succede, va benissimo! Mi son reso conto di che mondo è: qualcosa che non vedi e non trovi in pasticceria o in qualunque lavoro inerente. Una bella esperienza, formativa che vada bene o che vada male.

Ma ti aspettavi che saresti arrivato a questo punto?

Neanche minimamente! Infatti, devo essere sincero fino in fondo, quando ho sentito dire il mio nome alla premiazione del concorso a Torino prima di essere felice ho detto “Cavolo, il prossimo anno dovrò fare un altro concorso!” [Ride].

Il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills?

Penso sia stato la mattina del primo giorno. C’erano tutti gli altri ragazzi che avevano bene o male la mia stessa agitazione, chi la mostrava di più e chi meno. Però ecco, anche se sembra un controsenso.. Mi ha tranquillizzato! Era qualcosa che accomunava tutti. Poi l’ho trovata una bella competizione proprio perché non troppo “agonistica”, sarà che sono arrivato cercando più dei colleghi che degli avversari, quindi l’ho vissuta benissimo e ho anche stretto amicizia con gli altri Competitor.

Nella tua preparazione ti ricordi un momento particolare?

L’ultimo mese e mezzo, che ho passato a non dormire la notte per farmi venire in mente delle idee. Perché mi ero prefissato che non avrei voluto prendere ricette da nessun libro o pasticcere che conosco, farlo completamente da me, infatti io non ho nessun preparatore per questo concorso e non ce l’ho avuto nemmeno per il precedente. Visto che magari non padroneggiavo le competenze dal lato chimico o microbiologico per poter arrivare a un determinato risultato, l’unico modo che avevo era provare e riprovare finché arrivavo al punto. È stata impegnativa, però alla fine ha dato i suoi frutti!

Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che volevi fare il pasticcere?

A undici anni. Non so il perché, me lo chiedono in molti in questo periodo, però non mi ricordo. È stato alla fine l’hobby e il gioco che è rimasto più persistente negli anni e che poi è diventato qualcosa di serio.

L’aspetto che ti piace di più, dell’essere pasticcere?

Beh, direi… La possibilità di rendere materiale un’emozione!

La tua ricetta preferita, o il dolce che preferisci fare.

Se mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa ti avrei detto il tiramisù, amo ancora fare i savoiardi in casa e poi tutta la lavorazione, però adesso è un periodo in cui non faccio le cose più di due volte. Se mi invento una torta perché una notte mi son svegliato alle tre e ho pensato “Beh, guarda, questo abbinamento è interessante!” la provo a rifare la settimana dopo per riuscire a migliorarla, però raramente le ripropongo. Forse non va tanto a mio favore!

…La creatività al potere!

Sì, cerco di non fermarmi mai su una cosa soltanto. Può essere un pro come un contro…

Secondo te, i WorldSkills hanno un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

La preparazione direi di sì, perché è stata il primo modo per mettermi alla prova. Mi sono reso conto che non era così semplice come credevo e il fatto del provare e riprovare è stato in alcuni momenti anche difficile da reggere, però sì, direi che è stata formativa, come prova.

Spero tu non sia scaramantico… Completa la frase: “Se vinco la medaglia d’oro… “

Eh, mannaggia, dovevi dirmela prima così me la preparavo! [Ride] Non saprei. Probabilmente mi verrebbe il triplo dell’ansia, perché poi ci sarebbe il Mondiale [I WorldSkills di Abu Dhabi 2017, ndr]! Se devo pensare a come sarebbe la mia reazione, punto tutto su quello!

Spero per te che la tua ansia triplichi davvero! C’è qualcuno che vorresti salutare, o ringraziare?

Dovrei ringraziare tantissime persone, WorldSkills mi ha aperto tante possibilità, per cui ringrazio tutte le persone che ho incontrato. Ho conosciuto veramente dei maestri in tutto e per tutto, che sono anche umili nel cuore, e ringrazio che ci siano persone così, disponibili e aperte. Parlo di alcuni ragazzi che c’erano da Guido Gobino, e anche da Selmi ad Alba…

…Che sicuramente faranno il tifo per te! In bocca al lupo!

Intervista a Luisella Rossi

LUISELLA ROSSI è docente presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Giolitti Bellisario” di Mondovì (CN) ed ha partecipato, nel ruolo di Expert, ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte2015. L’abbiamo contattata per farle alcune domande sugli EuroSkills 2016 in programma dall’1 al 3 dicembre a Göteborg (SVE), ed anche per capirne di più sul mestiere di Hotel Receptionist.

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Buongiorno, Luisella, come stai? Come stanno andando queste settimane?

Buongiorno a voi, tutto bene! Possiamo dire che siamo in fase organizzativa e di coordinamento, cioè stiamo attuando quanto previsto per la preparazione.

Mancano ancora mesi agli EuroSkills 2016, però Denise Giacosa ha già iniziato la preparazione vera e propria, con lo stage al Relais San Maurizioottenuto come premio ai Campionati Regionali 2015 e con il corso di inglese finanziato da WorldSkills Piemonte. Che sensazioni hai a riguardo e quali saranno le prossime tappe?

Denise ha concluso il percorso scolastico e iniziato subito lo stage. È una ragazza responsabile e motivata e sono sicura che questa esperienza, stimolata dalla futura partecipazione agli EuroSkills, le darà una preparazione ancor più approfondita, soprattutto nella gestione pratica del lavoro dell’Hotel Receptionist.

Voi Expert siete per metà “tecnici”, per metà però anche motivatori. Denise ci ha detto che adesso il motto è “Non si scherza più”. È vero?

Verissimo! A dir la verità non abbiamo mai scherzato, ma sempre puntato all’obiettivo: ottenere il massimo. Sicuramente ora sia io, sia Denise, sentiamo “il peso” di questa responsabilità in modo ancor più incisivo e abbiamo rinnovato il nostro impegno e il nostro motto, potremmo dire, è: “Abbiamo alzato il tiro”.

Essere Expert è una bella responsabilità, perché voi siete allenatori, ma anche giudici. Per voi, qual è l’aspetto più difficile, nel valutare l’operato dei ragazzi alle gare?

L’attività dell’Hotel Receptionist, oltre a procedure oggettive, ha molte fasi che si basano su aspetti soggettivi e questi sono i più difficili da valutare, ancor di più in una competizione europea dove intervengono anche componenti culturali che creano aspetti comunicativi non verbali che possono essere interpretati in modo diverso….

Ci racconti un aneddoto, o un momento particolare che hai vissuto alle gare oppure durante la preparazione? O, in ogni caso, il ricordo più piacevole legato ai WorldSkills?

Beh, la preparazione delle prove è stata impegnativa, ma grazie al lavoro fatto con Gabriele Troccoli siamo riusciti ad ottenere il risultato che speravamo e che ci ha soddisfatti. Nella gara di Torino i Competitor sono stati bravissimi: erano concentrati ed è stato bellissimo vedere il pubblico fermo davanti alla nostra postazione a seguire le loro prove. Alcuni ci hanno confidato che non conoscevano il nostro mestiere, o meglio: che non si erano mai resi conto delle difficoltà, della particolarità legate all’accoglienza e a tutti gli aspetti organizzativi che questo comporta…..

Ora, un paio di domande di carattere generale sulla tua professione. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di Hotel Receptionist?

Sicuramente l’aspetto tecnologico, nel senso che oggi molte fasi sono gestite con dei software e  la comunicazione scritta avviene ormai via e-mail. Per quanto riguarda il rapporto con il cliente, ritengo che oggi sia più difficile: è molto più esigente, attento, ma una cosa non è cambiata: a tutti piace essere accolti con un sorriso e sentirsi al centro della nostra attenzione.

Noi ci rivolgiamo a ragazzi e ragazze giovani, alcuni di loro si stanno approcciando al mestiere da poco tempo oppure stanno valutando quale scuola scegliere dopo la scuola secondaria inferiore. Tu che cosa consiglieresti loro? E in generale, che cosa ci vuole per diventare un vero o una vera professionista? Quali sono le qualità da coltivare?

Io dico sempre: il nostro lavoro si basa sul servizio e “Servire è un’arte”. È necessaria una preparazione teorica e pratica, la conoscenza delle lingue straniere è indispensabile. Un altro aspetto fondamentale è quello caratteriale: gentilezza, pazienza, discrezione, disponibilità e assertività, ma anche fermezza e cura di se stessi.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills può dare a questi ragazzi e ragazze? In che cosa consiste il suo valore aggiunto?

Sicuramente fa capire l’importanza del loro mestiere e quindi li rende ancor più motivati. Inoltre la competitività li aiuta ad affrontare situazioni difficili e risolverle, trovando la forza per superarle  e quindi far crescere la loro autostima.

Una frase per incoraggiare non solo Denise, ma tutti i ragazzi del #TeamItaly?

Forza ragazzi! Siete una grande squadra: uno per tutti e tutti per uno!

Intervista a Denise Giacosa

DENISE GIACOSA, già vincitrice dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 per il mestiere di Hotel Receptionist, parteciperà come Competitor agli EuroSkills 2016 in programma a Göteborg (SVE) dall’1 al 3 dicembre. L’abbiamo contattata per sapere da lei come se la sta cavando con gli allenamenti e anche come si è appassionata alla sua professione.

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Come stai, Denise, come hai trascorso l’estate, sin qui?

Per ora molto bene, ho concluso a luglio l’esame di maturità [Denise ha frequentato l’Istituto di Istruzione Superiore “Giolitti Bellisario” di Mondovì (CN), ndr], è stato un momento un po’ caotico, però dopo due settimane di vacanza ho iniziato lo stage per prepararmi alla gara, al Relais San Maurizio di Santo Stefano Belbo (AT), un resort molto prestigioso.

Quindi hai già iniziato la preparazione vera e propria. E con gli altri ragazzi del #TeamItaly, siete in contatto?

Sì, abbiamo fatto un gruppo su Whatsapp e ci sentiamo spesso, poi abbiamo anche partecipato a quest’esperienza di team building [ragazzi e ragazze del #TeamItaly hanno svolto due giorni di team building outdoor presso il Salgari Campus di Torino, ndr] che è andata molto bene. Non conoscevo questo tipo di esperienza, quindi è stata una cosa nuova, molto interessante e oltre al fatto che ci serviva legarci in vista di dover competere poi agli Europei, è stato positivo perché abbiamo proprio stretto amicizia a livello personale.

Voi sarete a Göteborg, in Svezia, dall’1 al 3 dicembre. Che cosa ti aspetti da questa esperienza?

Beh sicuramente di imparare molto, di vedere più modi di lavorare, anche di persone che non conosco, per il resto non saprei perché  non riesco ancora bene a concepire il tutto, è una cosa tutta nuova. È ancora un po’ un sogno!

Ma non ti aspettavi di arrivare a questo punto?

No, assolutamente.

Tra voi Competitor, in tanti siete stati positivamente sorpresi dal fatto di essere arrivati dove siete!

Sì molto, perché il primo scalino è sempre quello che sembra irraggiungibile e quindi quando ci arrivi ci vuole un attimo a realizzarlo. Poi è una cosa così grande…

Parlando di gare: tu hai qualche tipo di “rituale” o simili per stemperare la tensione?

Beh come portafortuna ho un campanellino che porto sempre con me, ma a parte questo cerco semplicemente di non pensarci, se no vado in panico!

Beh, ha portato bene! E invece il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills?

Mah, particolarmente mi è rimasto impresso quando ci hanno fatto vedere un video di presentazione della competizione, credo fosse ancora prima dei Campionati Regionali. Presentava i Campionati Nazionali e gli Europei ed ero rimasta colpita perché ho realizzato che fosse davvero una cosa grossa. Se ci penso, con quella musica di sottofondo… Metteva proprio la carica!

Ok, dobbiamo assolutamente ripescarlo in archivio! Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che volevi fare l’Hotel Receptionist e qual è l’aspetto che ti piace di più?

L’aspetto che preferisco è l’essere sempre a contatto con persone nuove, e la novità. Non è un mestiere statico, non ti stufi mai perché non c’è mai un giorno uguale all’altro. Ho capito che avrei voluto far questo andando all’alberghiero. Ho iniziato questa scuola per fare cucina, poi siccome i primi due anni sono di carattere generale, provandoli tutti e tre ho capito che avevo sbagliato, perché quando mi hanno messo alla prova a fare quindici crêpe mi sono ustionata un braccio e ho detto “No, per carità!”. Grazie alla mia professoressa, Luisella Rossi, che è anche Expert, ho capito che quella era la strada, infatti lei mi sta allenando perché aveva visto che sono portata e lì ho realizzato che era questo che volevo fare. Anche con i WorldSkills è stato così, ho realizzato che sarebbero stati la cosa giusta da fare.

Lei è molto attenta ai dettagli, c’è qualcosa che ti dice per motivarti, spronarti?

In questo momento dice sempre “Ok, adesso non si va più per partecipare, perché a partecipare ormai ci siamo arrivati. Adesso bisogna andare per vincere.” È ambiziosa, ma non è per immodestia. Lo dice per far capire che adesso che ci siamo, bisogna fare di più.

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Sicuramente l’aspetto delle lingue, su cui bisogna puntare altrimenti non si va da nessuna parte. Adesso che sono libera da impegni scolastici farò una full-immersion tra stage e corso di inglese!

Completa la frase: se torno da Goteborg con la medaglia d’oro…

Beh  è una cosa talmente grossa… Quasi irreale! Non lo so, sicuramente nuove opportunità. Visto tutto quello che ho avuto in Piemonte, immagino dopo una vittoria internazionale!

In bocca al lupo, Denise!

Intervista a Alfredo Febbo

ALFREDO FEBBO è docente del Centro InterAziendale del Canavesano “C.IA.C.” di Ivrea (TO) dell’Agenzia Formativa “Immaginazione e Lavoro” di Torino e degli Istituti Riuniti “Salotto e Fiorito”, nonchè titolare del salone Alfredo Febbo Hair Studio ed Expert WorldSkills per il mestiere di Acconciatore sin dalla prima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte. Presenzierà quest’anno anche ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano, in programma tra un mese esatto. Lo abbiamo contattato per avere le sue impressioni sulle Competizioni che verranno, ma anche per carpire qualche curiosità sulla sua professione.

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Buongiorno Alfredo, come va? Come stanno andando queste settimane?

Molto bene, si riesce a lavorare bene e procede bene anche la formazione.

Manca solo un mese ai Campionati Nazionali WorldSkills Italy, Jessica [Carù, ndr] si sta esercitando e io volevo chiederti che sensazioni hai a riguardo.

Per ciò che riguarda Jessica, nell’arco di questi mesi c’è stata sicuramente un’evoluzione. Abbiamo iniziato ad avere dei punti di riferimento rispetto ai colleghi di Bolzano, abbiamo svolto attività di ricerca online per vedere i parametri, perché è sempre il problema fondamentale di questo genere di competizione. C’è stato un percorso di crescita, si è partiti con un po’ di incertezza, ma grazie anche all’aiuto della collega dell’Istituto “FILOS – formazione” di Novara [Rosi Visaggio, ndr] sicuramente è stato fatto un grandissimo lavoro. Nei mesi scorsi hanno svolto simulazioni per vedere se si stava nei tempi oltre che nell’esecuzione, ma io conto di raggiungere un livello di preparazione che ci permetta, come Piemonte, di dire la nostra. Sono molto contento anche della maturazione che ha fatto a livello umano, perché si allena tantissimo, sta facendo tanti sacrifici per raggiungere questi livelli.

Anche perché voi siete per metà tecnici, per metà però anche motivatori.

Diciamo che la giovane età dei candidati fa sì che non abbiano ancora molto la capacità di gestire i momenti critici, legati ad aspetti tecnici che magari necessitano di maggior tempo per essere fatti propri. La motivazione sta nel non farli adagiare con i primi risultati positivi, ma anche nel far capire che è normale passare dei periodi di difficoltà. Loro sono un po’ più inesperti e vorrebbero che le cose filassero da subito sempre lisce, invece così non è.

Tu sei stato Expert sin dalla prima edizione…

Sì, io da quando è stato introdotto ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte il mestiere di Acconciatore ho avuto il piacere e la possibilità di essere l’Expert di riferimento per la nostra Regione.

…È però una bella responsabilità, perché voi siete allenatori, ma anche giudici. Per voi, qual è l’aspetto più difficile?

Chi partecipa ha alle spalle tante ore di preparazione e il livello di tutti è piuttosto alto, quindi quando sei membro della giuria ti rendi conto che comunque una scelta la devi fare,  devi rapportarti in maniera molto stretta ai parametri che ti vengono dati, però ovviamente ci tocca “bocciare” alcuni e “promuovere” altri. I test project di riferimento sono molto rigidi e arrivano direttamente da WorldSkills International. È ovvio che si cerca già di allenare i ragazzi tenendo conto, sapendolo noi in anteprima, di quali saranno i parametri richiesti per il superamento delle prove. Quando siamo giuria è un momento che può dispiacere, dal punto di vista umano, creare questa graduatoria, però forse è l’unico modo per tirar fuori veramente il meglio che c’è nel panorama dei giovani.

Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di acconciatore?

Mah diciamo che è cambiato direi negli ultimi cinque-sei anni in maniera molto rapida, anche in relazione ai cambiamenti che ci sono stati a livello sociale, economico. L’avvento di internet ha portato la possibilità di prepararsi tecnicamente un po’ alla portata di tutti. Oggi il livello medio si è un po’ alzato, la possibilità di fare formazione online permette anche a chi non può spostarsi di accedere a percorsi formativi discreti. Poi, ad esempio, io lavoro molto con le donne e negli ultimi decenni la figura della donna ha assunto un ruolo sempre più importante in ambito lavorativo in tutti i mestieri, di conseguenza il tempo e la disponibilità per dedicare del tempo a se stessa, alla propria bellezza e ai suoi capelli è sicuramente diminuito. Oggi devi riuscire a fare quel che facevi prima con molto meno tempo, questo è il cambiamento principale che ho notato.

Noi ci rivolgiamo a ragazzi e ragazze che si approcciano al mestiere. Secondo te in generale cosa ci vuole per diventare un vero o una vera professionista?

È brutto cadere in quelle frasi un po’ retoriche che si dicono, no? Spirito di sacrificio, voglia di crescere, di imparare, di mettersi in gioco… Sembrano cose teoriche, ma rispecchiano veramente le caratteristiche principali che ogni giovane deve avere per diventare un bravo professionista. E la formazione va ricercata anche al di fuori dei normali momenti lavorativi. Non bastano le ore canoniche che si svolgono all’interno dei saloni o delle scuole, occorre anche dedicare una parte del proprio tempo libero alla crescita personale. Oggi è ancora più necessario perché c’è molta concorrenza, siamo molti più parrucchieri, c’è stata la liberalizzazione delle licenze. Poi il nostro mestiere è talmente particolare, non esiste una regola che vale per tutti, ognuno di noi ha il suo stile… Ma deve esserci la voglia di crescere tutti i giorni! Quando hai finito la tua settimana lavorativa magari non aspetti altro che dormire la domenica, ma no: ti alzi, parti e vai a Milano a fare un corso di taglio, quindi non ti riposi, il lunedì di nuovo corso colore, il martedì ricominci la settimana senza aver fatto un giorno di riposo. Questi son sacrifici che a volte i ragazzi di oggi fanno fatica a comprendere.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Mah, il valore aggiunto secondo me è il fatto che ci sia una commistione anche con gli enti istituzionali, WorldSkills è il giusto ponte fra formazione e lavoro. È un concorso, non è propriamente un “gioco”, non è come Giochi senza Frontiere. Grazie poi alla vetrina che può offrire, WorldSkills sicuramente dà un grosso incentivo agli enti formativi, che si impegnano nel selezionare già alla base i migliori talenti. Il fatto che abbiamo l’attenzione delle Istituzioni fa sì che sia un motivo di orgoglio partecipare a questo evento, che è sempre più seguito. E poi credo che il contributo più grosso sia far sì che la formazione incontri il mondo del lavoro in maniera non solo divertente, perché c’è tanto lavoro dietro, ma dando tanto risalto ai giovani stessi, perché poi l’organizzazione a quello serve, a dare attenzione a questi ragazzi non solo mentre vengono premiati, ma anche mentre lavorano. Facendo parte anche io del mondo formativo, mi rendo conto che la curiosità verso la manifestazione sta aumentando da parte dei colleghi e ultimamente mi sembra di percepire sempre più voglia di farne parte. Sono convinto che inizierà a crescere sempre più anche l’attenzione delle aziende e non solo delle scuole.

Grazie per il tuo tempo, Alfredo, e buon lavoro!

Grazie a voi!

Intervista a Irene Porretta

IRENE PORRETTA è studentessa presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “A. Castigliano” di Asti. Dopo essersi classificata al primo posto per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, si sta preparando per gli EuroSkills 2016che si terranno dall’1 al 3 dicembre a Göteborg. Le abbiamo fatto qualche domanda per sapere da lei come procedono gli allenamenti estivi.

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Ciao Irene, come stai trascorrendo queste settimane?

Sto bene, in questi giorni sono al lavoro, ma non solo per i WorldSkills, devo essere sincera. Sto facendo qualche lavoretto per guadagnare un po’ di soldini.

Io ho sentito Emanuela Musso, la vostra Expert, e mi ha detto che tu e Benedetta [Pellumbi, ndr], anche se è periodo estivo, vi state comunque dando molto da fare con gli allenamenti!

Sì, sì, io sto facendo anche il corso di inglese [Competitor ed Expert stanno seguendo un corso di lingua finanziato da WorldSkills Piemonte, ndr]. Adesso, lavorando, l’ho sospeso un attimo però lo riprenderò a breve e mi impegnerò, perché è importante.

Siete in contatto con qualche struttura? Quali sono i programmi?

La professoressa Musso ci farà sapere meglio, comunque noi in programma abbiamo un tirocinio in ospedale un po’ in tutti i reparti per approfondire le questioni mediche, le medicazioni.. E poi ci faranno fare una settimana o due in casa di riposo. Però faremo anche un po’ di vacanza tranquille, per goderci l’estate anche noi!

Sei in contatto con gli altri ragazzi del #TeamItaly?

Sì, abbiamo creato anche un gruppo di Whatsapp dove siamo solo noi ragazzi, ci scriviamo…

Tu sarai a Goteborg dall’1 al 3 dicembre per gli EuroSkills, che cosa ti aspetti da questa esperienza? Sei mai stata in Svezia? Sei un po’ emozionata?

Mah, a dir la verità non lo so bene, nel senso che ancora sono un po’… Non dico incredula, ma quasi! Perché comunque è una bella esperienza da fare, l’estero, la Svezia… Sicuramente sarà bellissimo tutto!

Non pensavi che saresti arrivata fin lì?

No, assolutamente. Anzi. Quando ho fatto la competizione ero un po’ scoraggiata all’inizio, come a dire “So già come andrà, non ci spero neanche”. E quando invece poi è arrivato l’ultimo giorno è stata una bella sorpresa! In realtà noi [Irene e Benedetta frequentano il medesimo istituto, ndr] non avevamo ancora una preparazione specifica ed eravamo contro a delle O.S.S. già formate. Abbiamo trovato altri Competitor più esperti, parlando con loro eravamo un po’ intimorite perché erano molto preparati. Però poi la nostra Expert prima della competizione ci ha detto di impegnarci, di dare il massimo, noi siamo arrivate lì senza molte aspettative, ma allo stesso tempo con la consapevolezza di doverci impegnare.

E alla fine siete andate benissimo! Parlando di gare: posso chiederti se hai qualche rituale scaramantico prima delle competizioni?

No, l’unica cosa è che quando ero lì nello stanzino ad aspettare di iniziare mi veniva proprio spontaneo di stringere il mio braccialetto fra le mani. Però non c’è un vero senso, non è un braccialetto che mi abbiano regalato!

Beh, però ha portato bene! E invece il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills? Non parlo solo delle gare, ma anche di tutto quel che viene “prima”, durante la preparazione.

Mah, secondo me il lavoro di squadra [Il Training Outdoor organizzato al Salgari Campus da WorldSkills Piemonte, ndr]. Secondo me la cosa più bella è stata quella. I lavori che venivano fatti in squadra erano quelli che riuscivano meglio perché comunque c’era collaborazione, ci si conosce anche di più, quindi quello è ciò che mi è rimasto più impresso.

Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che avresti voluto fare l’O.S.S.?

Dunque, in realtà io non ero convintissima di fare l’Operatrice Socio-Sanitaria, perché inizialmente quando ho iniziato la mia scuola avevo un po’ di timore nel rapportarmi agli anziani. Infatti quando abbiamo fatto la visita in casa di riposo io facevo seconda, ero anche più piccola e non sono entrata perché non me la sentivo. Credo sia perché purtroppo ho visto mia nonna star male quando ero piccola…. Poi però l’anno scorso ho fatto per la prima volta il tirocinio, mi sono vinta, ho detto “No, devo farlo!” e mi è piaciuto tantissimo! Io ai “nonnini” che c’erano in casa di riposo mi sono affezionata un sacco e loro si ricordano ancora di me, adesso vado a trovarli…. Quindi mi sono anche appassionata! Però io ancora adesso vorrei lavorare con i bambini.

L’aspetto che ti piace di più, dell’essere O.S.S.?

La relazione con le persone. Sentire le storie delle persone e coinvolgersi, pur rimanendo distaccati dal punto di vista del lavoro, è importante ed è anche bello… È il discorso dell’empatia, che per noi è fondamentale.

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Beh sì perché comunque se durante la competizione fai un errore lo paghi, fra virgolette. Io ad esempio ho commesso un piccolo errore nel misurare la pressione, però in casa di riposo mi avevano insegnato comunque come gestire queste situazioni. E ai WorldSkills, infatti, poi me la sono cavata: è più facile forse imparare quando si è con gli occhi puntati addosso. Perché devi fare più attenzione, sei più concentrato, non hai altre distrazioni.

Dunque, proviamo a immaginare che tu torni da Goteborg con una medaglia, a chi la vorresti dedicare?

Penso che la dedicherei al ragazzo con cui son stata tre anni, che non c’è più.

È un pensiero bellissimo… Noi speriamo di cuore che si avveri e tifiamo per te. Forza, Irene!

Intervista a Jessica Carù

JESSICA CARÙ è vincitrice della medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte2015, per il mestiere di Acconciatore, e ce la metterà tutta per piazzarsi tra i migliori ai WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano dal 29 settembre all’1 ottobre. Le abbiamo chiesto come si sta preparando per questa sfida nazionale!

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Ciao Jessica, come stai? Come hai trascorso quest’estate dopo la conclusione della scuola?

Io in realtà ho finito l’anno scorso, adesso lavoro, ma due volte a settimana vado comunque a scuola per allenarmi per il Concorso Nazionale.

La preparazione dei WorldSkills come sta andando?

Sta andando benissimo, infatti ho fatto un sacco di progressi da ottobre scorso e abbiamo già tutte le idee chiare, mi sto allenando appunto sui lavori che dovrò portare poi ai Nazionali a Bolzano. Mi sta seguendo la mia tutor, Rosi Visaggio, la stessa che mi ha accompagnata e mi ha preparata per i Campionati Regionali.  Questo perché Alfredo [Febbo, ndr] sta a Torino, io lavoro, quindi non riusciamo a incontrarci spesso. Però ci sentiamo, ci confrontiamo, gli faccio vedere i lavori, decidiamo insieme cosa preparare!

Tra poche settimane sarai a Bolzano assieme a ragazzi e ragazze da tutta Italia. È una competizione di livello nazionale! Che cosa ti aspetti? Che sensazioni hai?

Beh, mi aspetto di vedere tanti lavori da cui posso prendere spunto e per cui posso migliorare anche io e sono emozionata perché comunque non me l’aspettavo, ne’ di vincere i Campionati Regionali, ne’ di conseguenza di andare a Bolzano per una competizione con ragazzi molto bravi, da quello che ho visto.

Eri partita pensando di non piazzarti e ti sei sorpresa da sola?

No beh, diciamo che non avevo tantissime aspettative, anche perché non ho mai partecipato a un concorso di questo genere e non ne avevo neanche mai visti, quindi è stata un po’ una sorpresa. Ma sono contenta, vincere è stato molto emozionante! Poi eravamo anche in dodici a competere, quindi sono molto orgogliosa!

Le competizioni tu già le conosci, visto che hai partecipato ai Campionati Regionali del 2015. Posso chiederti se hai un rituale che fai per scaramanzia prima della gara, o una routine per concentrarti?

No, nessuna, anche perché io sono una persona molto tranquilla, non mi faccio prendere dall’ansia o dal panico, quando sono lì lavoro tranquillamente, non penso a quello che c’è intorno a me.

Parlando invece della tua professione, quando hai pensato “Questo è il mestiere che voglio fare”?

Allora, io ho fatto un percorso un po’ diverso dagli altri miei compagni, perché ho fatto un corso di un anno e poi cinque mesi di stage, quindi ho visto subito com’era il lavoro. Perché alla fine a scuola ti insegnano le basi, invece poi quando ho visto come era dal vero mi sono appassionata! Per ogni lavoro che vedevo cercavo di capire la tecnica, come si collegava la teoria alla pratica… E poi ho iniziato anche a lavorare a teatro con la mia tutor e da lì mi sono appassionata davvero!

Di che cosa ti occupavi, a teatro?

Trucco e parrucco, al Teatro “Coccia” di Novara.

La cosa che più ti piace, dell’essere acconciatrice?

Mi piace il fatto che io con i capelli posso fare qualsiasi cosa, posso inventare, posso esprimermi, diciamo che ogni volta che faccio un’acconciatura rispecchio un po’ quello che sono io. Anche perché modificando i capelli a una persona puoi tirare fuori il meglio, vedere una persona che entra in negozio in un modo e farla uscire in tutt’altro modo e migliorarla.

Ma se potessi, a chi rifaresti il taglio?

Mah, qualsiasi persona. Magari tante persone dicono “Vorrei rifare i capelli a quella persona lì, che è famosa”, ma a me non interessa, nel senso che ogni persona è importante.

Secondo te, il fatto di partecipare ai WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio al mestiere? Ti ha aiutato?

Sì, tantissimo, adesso sicuramente sono più sicura di me, quando lavoro, perché comunque allenandomi riesco a percepire più cose, a muovermi meglio, fra virgolette. Mi ha dato più sicurezza e mi ha fatto capire che una persona, se vuole arrivare a qualcosa, deve perseguirlo e dare il meglio di sé allenandosi e studiando tanto.

Facciamo finta che tu torni da Bolzano con una medaglia, possibilmente di un colore molto brillante. Che cosa prometti di fare?

Una promessa? Sinceramente non so, prometto che se vinco mi faccio crescere i capelli, perché io li ho sempre portati corti!

C’è qualcuno in particolare a cui la vorresti dedicare?

Allora, se vincessi dedicherei la mia vittoria alla scuola perché comunque mi ha dato questa opportunità e ha creduto in me, sia la mia tutor che la preside, che mi seguono sempre. E poi comunque alle persone care, alla famiglia… Perché ovviamente in questi periodi passi anche dei momenti di stress, magari non ti riesce un lavoro e vorresti buttare tutto all’aria, sono le persone che ti stanno vicino che  ti aiutano a superarlo.

Grazie mille, Jessica! Buon lavoro!

Anche a voi!

Intervista a Benedetta Pellumbi

BENEDETTA PELLUMBI si è qualificata al secondo posto ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario e rappresenterà la nostra Regione ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano. L’abbiamo raggiunta per chiederle come si è avvicinata alla sua futura professione, e quali sono le sue sensazioni sulle Competizioni di settembre.

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Ciao Benedetta come stai? Come stai trascorrendo queste settimane estive?

Tutto bene, lo stage sta andando bene, da qui alla fine di settembre mi preparerò con i miei insegnanti, grazie a loro riuscirò a fare un po’ di preparazione prima dei nazionali.

Come sta procedendo la preparazione?

Beh noi durante l’anno abbiamo sempre fatto qualcosa, non siamo mai rimaste all’asciutto, abbiamo sempre integrato delle lezioni o fatto, anche grazie alla prof [Emanuela Musso, Expert di WorldSkills Piemonte, ndr], incontri con l’Università. Ovviamente siamo un po’ agitate, io soprattutto, alla fine però è un’esperienza!

Tu sarai a Bolzano dal 29 settembre al 1 ottobre. Che cosa ti aspetti di trovare, in questa competizione?

Gente molto brava e anche giudici molto pignoli, spero di fare il meglio che posso, ovviamente nelle mie possibilità. Poi sai, come va va, io ovviamente spero per il meglio!

Ma sei un po’ emozionata all’idea?

Sì, beh, per forza. Sì! Poi è un evento abbastanza grande, già a Torino è stato emozionante, quindi lì penso lo sarà ancora di più!

Ma ti aspettavi che saresti arrivata a questo punto?

No. Ma non perché non creda in me, però ai Regionali c’era gente che praticava già questo mestiere…

Sì, Irene [Porretta, Competitor agli EuroSkills 2016, ndr] mi ha detto che in gara ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 avevate trovato, come Competitor, ragazzi già diplomati.

Sì, ragazzi più grandi di noi, che avevano già svolto attività da mesi, per dire. Già lavoravano in quell’ambito. Mentre noi l’anno scorso eravamo arrivate un po’ così, senza molta esperienza. Ma alla fine se siamo arrivate fin qui vuol dire che abbiamo lavorato bene!

Parlando di gare: tu come ti sei preparata prima dei WorldSkills? Hai qualche “rito” prima della competizione vera e propria?

Non ho rituali scaramantici perché io sono una persona abbastanza ansiosa, quindi ho cercato di non pensarci, magari rileggevo la scheda tantissime volte prima di lavorare, anche se poi magari ho agito in maniera completamente diversa da come mi ero immaginata prima della gara, però ho provato a immaginare la scena, a rifarla nella mia testa.

Il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills?

Sinceramente i momenti più belli erano quando finivo la competizione, in quel momento ero serenissima. Poi iniziavo già a pensare a quella del giorno dopo e mi agitavo! [Ride] Però finita la competizione ero rilassata perché il momento di stress era finito, quindi era uno dei momenti più belli. Poi anche la sera, quando si usciva tutti insieme, perché comunque anche quello “fa”. Abbiamo fatto amicizia perché magari anche ai tavoli, nei momenti di pausa, si riusciva a scambiare due parole, conoscendo altri mondi, altri mestieri… Era bello veder gareggiare anche altre professioni!

Qualcuno ti ha dato qualche consiglio? Voi avete la fortuna di avere un’Expert come insegnante, che cosa vi dice per motivarvi?

Lei crede molto in noi, e già questo inconsciamente ci aiuta. Ci ha dato tanti consigli durante tutto l’anno, ci ha aiutate dicendo “Fate il meglio che potete”, poi lei mira alla vittoria, se dico che vado per partecipare mi dice che no, devo sempre pensare a puntare in alto! Ma è giusto così.

Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che volevi fare l’Operatrice Socio-Sanitaria?

Non ho bene idea di quando, penso sia stato con la scuola, le materie, il fatto che mi venisse voglia di sapere di più, mi incuriosiva. Mi piace. Avevo scelto questa scuola perché è un corso sociale che ha a che fare molto con le persone e soprattutto riguarda l’aiuto. Sei una persona che aiuta le persone, una piccola salvezza per loro. Non solo con le medicazioni, ma anche magari con una chiacchierata, una carezza, penso sia importante. Spesso le persone hanno bisogno di una relazione, ancor più che di cure infermieristiche.

L’aspetto che ti piace di più , dell’essere O.S.S.?

Poter aiutare chi ha bisogno!

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Sì. Sì, perché ad esempio ho scoperto che magari in struttura molte operatrici davano molto peso, purtroppo anche perché sono obbligate, alle consegne come riordinare tutte le camere da letto, con poco rapporto con la persona con cui avevi a che fare. Nelle competizioni dei WorldSkills si dava molto più importanza alla relazione. È fondamentale. Tu il letto lo devi fare, però prima devi riuscire a trovare una via di mezzo e non concentrarti solo su quello.

Domanda per viaggiare con la fantasia: se vinci la medaglia d’oro a Bolzano…?

…vado ad Abu Dhabi! [La massima competizione WorldSkills si terrà negli Emirati Arabi Uniti nel 2017, ndr]

Noi volevamo strapparti una promessa esagerata..

…ok, allora vado ad Abu Dhabi a nuoto! O almeno, ci provo!

In bocca al lupo, Benedetta!

Intervista a Emanuela Musso

EMANUELA MUSSO è docente di psicologia presso l’I.P.S.I.A. “Castigliano” di Asti. Ha partecipato come Expert per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario all’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015. Accompagnerà il #teamPiemonte ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano ed il #teamItaly agli EuroSkills 2016 di Goteborg. Le abbiamo fatto qualche domanda per capire come si stanno preparando le nostre Competitor, ma anche per comprendere meglio il lavoro dell’O.S.S. e che cosa vuol dire essere Expert ai WorldSkills.

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Buongiorno Emanuela, come va? Irene e Benedetta si stanno preparando per le competizioni di settembre e dicembre, che sensazioni hai a riguardo?

Le ragazze le sto monitorando sia da un punto di vista di conoscenze teoriche sia sullo sviluppo di abilità più professionalizzanti. Stanno svolgendo proprio adesso delle attività di stage, sia nelle strutture sociosanitarie [case di cura, ospedali, strutture per diversamente abili, ndr], sia con personale specifico infermieristico che mi ha dato la disponibilità.

Rispetto a quando hai iniziato, che cosa trovi che sia cambiato di più, per il mestiere dell’Operatore Socio-Sanitario?

Innanzitutto considera che una volta questa professione… Non c’era! E poi le richieste sono sempre più specifiche. Stamattina parlavo con un responsabile delle case di riposo, mi diceva che accanto ad abilità un po’ più esecutive occorre riuscire a trovare anche capacità relazionali e comunicative con persone che hanno delle patologie molto difficili e problematiche particolari: Alzheimer, demenze… Vi è una multifattorialità nelle competenze da acquisire.

Secondo te in generale, che cosa ci vuole per diventare un vero professionista e cosa consiglieresti ai ragazzi e alle ragazze che vogliono approcciarsi a questo mestiere?

Sicuramente molta pazienza, comprensione, buone capacità relazionali, la voglia di mettersi in gioco e di trovare nuove strategie da usare nella relazione con gli utenti.

C’è della creatività, anche in questa professione? Ogni paziente è diverso.

La creatività secondo me sta nel coltivare la relazione con il singolo, ma anche nuove soluzioni educative e relazionali con le persone anziane. Trovare e creare ambienti piacevoli e stimolanti sia per le persone, sia per i lavoratori stessi, è un obbiettivo sul quale dobbiamo ancora lavorare. Io sono stata in una scuola danese, che partecipa tra l’altro ai WorldSkills. Ho visto che l’utilizzo delle tecnologie a favore sia dell’utente, sia dell’operatore che ci lavora, è un fattore importante per il benessere di entrambi.

Tu sei stata Expert ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, ora parteciperai ai WorldSkills Italy 2016 ed agli Euroskills. Di certo è una bella responsabilità, giudicare l’operato dei Competitor. Per voi, nella veste di giudici, qual è la parte più impegnativa?

La difficoltà maggiore, e l’abbiamo già sperimentato, è capire quanto la normativa regionale o a livello europeo, nazionale, portino a sviluppare determinate pratiche, e quindi valutare in modo oggettivo la qualità dell’operato.

Da Paese a Paese le prassi cambiano?

Non c’è un’uniformità, bisogna conoscere molto bene i propri parametri e confrontarsi sulle diversità. Un caso banale: il lavarsi le mani. Quando sono andata in Danimarca abbiamo notato questo, loro si lavano prima le mani e poi se le disinfettano, noi facciamo in modo diverso, usiamo un prodotto che è già disinfettante. Un ragazzo che però è stato addestrato secondo un protocollo regionale o nazionale, non si pone il problema. Siamo noi che dobbiamo capire qual è la pratica corretta e quindi valutare l’azione.

Sembrano dettagli, ma tutto ha un peso nel punteggio finale.

Nella valutazione uno dei parametri è “Ho usato troppo materiale?”. Magari c’è una struttura o un Paese che insegna a cambiarsi i guanti 5 volte e in altri Paesi lavorano in un’ottica di economicità. Trovare il giusto equilibrio non è facile.

A livello generale, qual è il contributo più grande che WorldSkills come organizzazione, anche attraverso la Regione Piemonte e l’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare?

Puntare all’eccellenza e confrontarsi con altri per mirare, nel proprio lavoro, a raggiungere i risultati migliori per il sistema, sia a livello individuale, sia di società e strutture di lavoro.

Attimi prima della gara, se un Competitor è in crisi, come lo si può aiutare a ritrovare la concentrazione?

Sicuramente incoraggiandolo a fare come ha sempre fatto nelle ultime volte, rassicurarlo sul fatto che ha lavorato sempre bene, che il percorso di formazione c’è stato e quindi tranquillizzarlo rispetto alla capacità che il ragazzo ha di fare quello che gli verrà richiesto. Una forte stretta di mano e una pacca sulla spalla e direi “Sei grande e comunque vada sarà un successo!”.

Noi facciamo un grande in bocca al lupo a loro e a voi, perché tutti devono essere incoraggiati!

Complimenti a voi, noi siamo nel pieno del lavoro, mentre facevi l’intervista ho già ricevuto un messaggio… Speriamo di non sfigurare! Siamo modesti.

Siamo certi che non accadrà! Grazie, Emanuela.

Grazie a voi!

Intervista a Paolo Quaglia

PAOLO QUAGLIA, docente presso Formazione Sicurezza Costruzioni di Torino, sarà presente a Bolzano dal 29 settembre al 1 ottobre per i WorldSKills Italy 2016 e a Göteborg dall’1 al 3 dicembre per gli EuroSkills 2016. Gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più sul mondo delle competizioni WorldSkills, ed anche per avere il suo parere di esperto sui cambiamenti che sta attraversando la professione del muratore.

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Buongiorno Paolo, come va? Raccontaci come sta procedendo il percorso del nostro Competitor, Kevin Longo. Hai avuto modo di seguire la sua preparazione? Come sta andando?

Beh, Kevin si è diplomato quest’estate e si sta preparando per i prossimi appuntamenti di Bolzano e di Goteborg… Lui è sempre molto ottimista, positivo e presente,  si sta organizzando nell’impresa di famiglia per prepararsi a dovere. Siamo in contatto con una certa frequenza, il ragazzo è molto “sul pezzo”.

Tu hai partecipato come Expert nell’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, mentre il 2016 ti vedrà presenziare ai WorldSkills Italy e agli EuroSkills. È una bella responsabilità, perché sei chiamato a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

Sicuramente quella di valutare con precisione tutto ciò che richiede il percorso di valutazione e di trovare anche una sintonia con gli altri giudici, nel senso che ci sono parametri oggettivi e quindi di lì non si scappa, come le misurazioni nel nostro caso, o la planarità delle superfici, e poi ci sono invece dei parametri di valutazione più soggettivi ed è su quelli che bisogna trovare il giusto equilibrio.

Ti è mai capitata una situazione in cui è stato necessario mediare?

No, nell’edizione dei Regionali c’era un’ottima persona di Bolzano, Anton Oberhofer, che è stato molto valido. Solo in un caso forse abbiamo rivisto una valutazione, ma in modo molto semplice e lineare.

Parliamo un po’ della professione. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di muratore e dell’edile?

Diciamo che le costruzioni si sono dovute adeguare alle nuove tecnologie, specie riferite al contenimento energetico. Costruttivamente negli ultimi anni ci sono state delle novità sia in quello che nell’ambito dei materiali. L’evoluzione c’è, ovviamente è lenta perché tutto ciò che va all’interno del prodotto, ovvero dello spazio abitativo e lavorativo, deve eseguire tutta una serie di test di omologazione per poter essere utilizzato correntemente sul mercato. Però queste innovazioni ci sono e il nostro compito è anche quello di portare i ragazzi alla conoscenza di queste tecnologie perché con una certa progressività poi queste vanno a sostituire quelle più tradizionali, che possiamo definire in alcuni casi superate, al di là di quello che invece è l’ambito del restauro, dove è indispensabile conoscere e mantenere le vecchie tecnologie per poter intervenire sui fabbricati storici.

Secondo te in generale cosa ci vuole per diventare un vero professionista?

Quello che è indispensabile oggi credo sia mantenersi costantemente aggiornati. Perché mentre qualche decennio fa l’evoluzione non era così normata, estremamente lenta e peraltro vista anche molte volte con scetticismo dagli addetti ai lavori, adesso è diverso. C’è molto interesse per ciò che il mercato offre come novità, e quindi essere attento a ciò sicuramente si ripercuote su una professionalità che non rimane più  quella del mero esecutore, ma anche quella, con le dovute proporzioni, di un consulente nei confronti della committenza e dei professionisti che man mano entrano all’interno di un ambito che va al di là del solo progetto.

Tu che cosa consiglieresti ad un ragazzo che vuole avvicinarsi a questa professione?

Direi di fare un primo percorso sicuramente nell’ambito di quello che attualmente le scuole edili offrono qui, e poi provare ad affrontare dei cantieri, anche fuori dai confini regionali o nazionali. Questo per crearsi esperienze costruttive. Le diversità che si incontrano non fanno altro che arricchire, come bagaglio.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills Piemonte, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Secondo me sono diversi. Uno è sicuramente la condivisione di un’esperienza con coetanei che affrontano altre tematiche e altre tipologie di lavoro. Poi sicuramente WorldSkills dà loro la possibilità di provare se stessi in una modalità di lavoro che per caratteristica propria è diversa da quella del lavoro canonico. Poi direi certamente anche la possibilità di autovalutarsi e di avere o costituire dei riferimenti per quelli che con loro affrontano la gara, che offre spunti interessanti.

Ok. Immaginiamo di essere al momento della gara, vedi che un Competitor è un po’ in crisi prima della competizione. Che cosa gli dici per incoraggiarlo?

Direi di non lasciarsi troppo impressionare da ciò che gli accade intorno, dall’ovvia confusione generata dal momento, oltre che da una naturale preoccupazione. Stare concentrato sul tema assegnato, svolgere le operazioni senza perdere il controllo di più fattori contemporanei nell’ambito della produzione del manufatto. Ordine, pulizia, regolarità… Richiamando questa concentrazione il ragazzo dovrebbe, se ha un momento di smarrimento, rientrare un po’ nei binari e procedere.

Grazie Paolo per il tempo che ci hai dedicato, e… In bocca al lupo anche a te!

Grazie a voi, a presto!

Intervista a Kevin Longo

KEVIN LONGO, muratore, ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSKills Piemonte 2015 e a dicembre volerà a Göteborg con il #TeamItaly per gli EuroSkills 2016. L’abbiamo raggiunto al telefono per sapere come si sta allenando per le Competizioni, ed anche per scoprire come si è appassionato a questa professione.

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Come stai, Kevin, come è andata sin qui la tua estate?

Allora, ho dato l’esame di scuola [Presso l’Ente Formazione Sicurezza Costruzioni (TO), ndr] e sono uscito con 90. Poi tutto bene, ho iniziato a lavorare.

Sarai impegnato tutta l’estate, con il lavoro?

Sì, ovviamente in contemporanea continuo ad allenarmi per i WorldSkills!

Come sta procedendo la preparazione, ti senti al passo con gli altri competitor? Sei in contatto con gli altri ragazzi del team?

Con gli altri ragazzi ci siamo confrontati, sono arrivati i test project su cui lavorare, ci teniamo al passo allenandoci. Per ora tutto nella norma.

Voi sarete a Goteborg dall’1 al 3 dicembre, che cosa ti elettrizza maggiormente, di questa esperienza?

Beh, tutto! Calcola già solo che vai dall’altra parte del mondo!

Ma stai studiando un po’ di svedese?

Eh! Eh! [Ride] Quello è già un po’ più difficile.

Con l’inglese, invece come sta andando? Hai già cominciato con le lezioni del corso messo a disposizione da WorldSkills Piemonte?

Adesso devo cominciare il corso, certo prima ho pensato a finire la scuola, ma piano piano devo iniziare tutto!

Visto che siamo in tema di competizioni europee: so che tu giochi a calcio. Dato che si è concluso da poco un Europeo che senz’altro avrai seguito, ti chiedo: se dovessi immedesimarti in un giocatore della Nazionale, a chi ti senti più vicino?

Io sono un centrocampista, quindi mi vedo un po’ come un De Rossi, anche se preferirei Pirlo, perché gioco da regista!

Parlando di gare: tu hai un rituale scaramantico prima dei WorldSkills?

Cioè, cosa faccio prima delle gare, per tranquillizzarmi? Mah, se una persona è preparata è preparata e sa cosa deve fare, io prima di iniziare i WorldSkillscerco di pensare a tutte le eventualità che si possono presentare. Mi studio tutti i modi possibili per realizzare un dato compito, se un modo per me è “storto” e presenta delle possibili difficoltà, ne studio già un altro per andare avanti.

Ti fai un diagramma delle possibilità?

Sì, perché con quello che faccio io non sai mai quello che ti può capitare.

Parliamo invece del tuo lavoro. Quando hai pensato che avresti voluto fare il muratore?

Mah, già da piccolo. Io son sempre stato in quest’ambiente, perché mio papà fa il muratore, ma poi già a sette-otto anni andavo in cantiere a vedere, a guardare e ad aiutare per quanto potevo. Adesso però sono un po’ più pratico!

L’aspetto che ti piace di più , dell’essere muratore?

Mah, tutto! Mi piace fare la muratura, la carpenteria… Tirar su una casa da zero e portarla a termine! Sono soddisfazioni…

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Cambiato diciamo di no, io già prima mi preparavo e mi allenavo, però la competizione mi ha dato un motivo di soddisfazione, perché non tutti la fanno. Di certo avrei continuato comunque a fare questo lavoro, campionati o meno, perché mi appassiona… Ma il fatto di partecipare alle gare mi ha dato una motivazione in più!

C’è qualcosa che tuo papà ti dice per spronarti?

Mio padre mi dice sempre di non mollare mai, e che per diventare bravi e capaci bisogna esercitarsi, fare tanta esperienza. Non solo un po’: tanta.

Se tornassi dalla Svezia con una medaglia, a chi la vorresti dedicare?

A mio padre, sicuramente. Per forza, lui mi sta sempre dietro… A lui e al ragazzo che lavora con lui, che mi segue. Mio padre mi insegna a darmi da fare, l’altro ragazzo mi insegna a darmi da fare, ma mi fa anche vedere… Mi fa “rubare” il mestiere, come si dice.

In bocca al lupo, Kevin!