Intervista a Irene Porretta

IRENE PORRETTA è studentessa presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato “A. Castigliano” di Asti. Dopo essersi classificata al primo posto per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, si sta preparando per gli EuroSkills 2016che si terranno dall’1 al 3 dicembre a Göteborg. Le abbiamo fatto qualche domanda per sapere da lei come procedono gli allenamenti estivi.

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Ciao Irene, come stai trascorrendo queste settimane?

Sto bene, in questi giorni sono al lavoro, ma non solo per i WorldSkills, devo essere sincera. Sto facendo qualche lavoretto per guadagnare un po’ di soldini.

Io ho sentito Emanuela Musso, la vostra Expert, e mi ha detto che tu e Benedetta [Pellumbi, ndr], anche se è periodo estivo, vi state comunque dando molto da fare con gli allenamenti!

Sì, sì, io sto facendo anche il corso di inglese [Competitor ed Expert stanno seguendo un corso di lingua finanziato da WorldSkills Piemonte, ndr]. Adesso, lavorando, l’ho sospeso un attimo però lo riprenderò a breve e mi impegnerò, perché è importante.

Siete in contatto con qualche struttura? Quali sono i programmi?

La professoressa Musso ci farà sapere meglio, comunque noi in programma abbiamo un tirocinio in ospedale un po’ in tutti i reparti per approfondire le questioni mediche, le medicazioni.. E poi ci faranno fare una settimana o due in casa di riposo. Però faremo anche un po’ di vacanza tranquille, per goderci l’estate anche noi!

Sei in contatto con gli altri ragazzi del #TeamItaly?

Sì, abbiamo creato anche un gruppo di Whatsapp dove siamo solo noi ragazzi, ci scriviamo…

Tu sarai a Goteborg dall’1 al 3 dicembre per gli EuroSkills, che cosa ti aspetti da questa esperienza? Sei mai stata in Svezia? Sei un po’ emozionata?

Mah, a dir la verità non lo so bene, nel senso che ancora sono un po’… Non dico incredula, ma quasi! Perché comunque è una bella esperienza da fare, l’estero, la Svezia… Sicuramente sarà bellissimo tutto!

Non pensavi che saresti arrivata fin lì?

No, assolutamente. Anzi. Quando ho fatto la competizione ero un po’ scoraggiata all’inizio, come a dire “So già come andrà, non ci spero neanche”. E quando invece poi è arrivato l’ultimo giorno è stata una bella sorpresa! In realtà noi [Irene e Benedetta frequentano il medesimo istituto, ndr] non avevamo ancora una preparazione specifica ed eravamo contro a delle O.S.S. già formate. Abbiamo trovato altri Competitor più esperti, parlando con loro eravamo un po’ intimorite perché erano molto preparati. Però poi la nostra Expert prima della competizione ci ha detto di impegnarci, di dare il massimo, noi siamo arrivate lì senza molte aspettative, ma allo stesso tempo con la consapevolezza di doverci impegnare.

E alla fine siete andate benissimo! Parlando di gare: posso chiederti se hai qualche rituale scaramantico prima delle competizioni?

No, l’unica cosa è che quando ero lì nello stanzino ad aspettare di iniziare mi veniva proprio spontaneo di stringere il mio braccialetto fra le mani. Però non c’è un vero senso, non è un braccialetto che mi abbiano regalato!

Beh, però ha portato bene! E invece il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills? Non parlo solo delle gare, ma anche di tutto quel che viene “prima”, durante la preparazione.

Mah, secondo me il lavoro di squadra [Il Training Outdoor organizzato al Salgari Campus da WorldSkills Piemonte, ndr]. Secondo me la cosa più bella è stata quella. I lavori che venivano fatti in squadra erano quelli che riuscivano meglio perché comunque c’era collaborazione, ci si conosce anche di più, quindi quello è ciò che mi è rimasto più impresso.

Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che avresti voluto fare l’O.S.S.?

Dunque, in realtà io non ero convintissima di fare l’Operatrice Socio-Sanitaria, perché inizialmente quando ho iniziato la mia scuola avevo un po’ di timore nel rapportarmi agli anziani. Infatti quando abbiamo fatto la visita in casa di riposo io facevo seconda, ero anche più piccola e non sono entrata perché non me la sentivo. Credo sia perché purtroppo ho visto mia nonna star male quando ero piccola…. Poi però l’anno scorso ho fatto per la prima volta il tirocinio, mi sono vinta, ho detto “No, devo farlo!” e mi è piaciuto tantissimo! Io ai “nonnini” che c’erano in casa di riposo mi sono affezionata un sacco e loro si ricordano ancora di me, adesso vado a trovarli…. Quindi mi sono anche appassionata! Però io ancora adesso vorrei lavorare con i bambini.

L’aspetto che ti piace di più, dell’essere O.S.S.?

La relazione con le persone. Sentire le storie delle persone e coinvolgersi, pur rimanendo distaccati dal punto di vista del lavoro, è importante ed è anche bello… È il discorso dell’empatia, che per noi è fondamentale.

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Beh sì perché comunque se durante la competizione fai un errore lo paghi, fra virgolette. Io ad esempio ho commesso un piccolo errore nel misurare la pressione, però in casa di riposo mi avevano insegnato comunque come gestire queste situazioni. E ai WorldSkills, infatti, poi me la sono cavata: è più facile forse imparare quando si è con gli occhi puntati addosso. Perché devi fare più attenzione, sei più concentrato, non hai altre distrazioni.

Dunque, proviamo a immaginare che tu torni da Goteborg con una medaglia, a chi la vorresti dedicare?

Penso che la dedicherei al ragazzo con cui son stata tre anni, che non c’è più.

È un pensiero bellissimo… Noi speriamo di cuore che si avveri e tifiamo per te. Forza, Irene!

Intervista a Jessica Carù

JESSICA CARÙ è vincitrice della medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte2015, per il mestiere di Acconciatore, e ce la metterà tutta per piazzarsi tra i migliori ai WorldSkills Italy 2016 in programma a Bolzano dal 29 settembre all’1 ottobre. Le abbiamo chiesto come si sta preparando per questa sfida nazionale!

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Ciao Jessica, come stai? Come hai trascorso quest’estate dopo la conclusione della scuola?

Io in realtà ho finito l’anno scorso, adesso lavoro, ma due volte a settimana vado comunque a scuola per allenarmi per il Concorso Nazionale.

La preparazione dei WorldSkills come sta andando?

Sta andando benissimo, infatti ho fatto un sacco di progressi da ottobre scorso e abbiamo già tutte le idee chiare, mi sto allenando appunto sui lavori che dovrò portare poi ai Nazionali a Bolzano. Mi sta seguendo la mia tutor, Rosi Visaggio, la stessa che mi ha accompagnata e mi ha preparata per i Campionati Regionali.  Questo perché Alfredo [Febbo, ndr] sta a Torino, io lavoro, quindi non riusciamo a incontrarci spesso. Però ci sentiamo, ci confrontiamo, gli faccio vedere i lavori, decidiamo insieme cosa preparare!

Tra poche settimane sarai a Bolzano assieme a ragazzi e ragazze da tutta Italia. È una competizione di livello nazionale! Che cosa ti aspetti? Che sensazioni hai?

Beh, mi aspetto di vedere tanti lavori da cui posso prendere spunto e per cui posso migliorare anche io e sono emozionata perché comunque non me l’aspettavo, ne’ di vincere i Campionati Regionali, ne’ di conseguenza di andare a Bolzano per una competizione con ragazzi molto bravi, da quello che ho visto.

Eri partita pensando di non piazzarti e ti sei sorpresa da sola?

No beh, diciamo che non avevo tantissime aspettative, anche perché non ho mai partecipato a un concorso di questo genere e non ne avevo neanche mai visti, quindi è stata un po’ una sorpresa. Ma sono contenta, vincere è stato molto emozionante! Poi eravamo anche in dodici a competere, quindi sono molto orgogliosa!

Le competizioni tu già le conosci, visto che hai partecipato ai Campionati Regionali del 2015. Posso chiederti se hai un rituale che fai per scaramanzia prima della gara, o una routine per concentrarti?

No, nessuna, anche perché io sono una persona molto tranquilla, non mi faccio prendere dall’ansia o dal panico, quando sono lì lavoro tranquillamente, non penso a quello che c’è intorno a me.

Parlando invece della tua professione, quando hai pensato “Questo è il mestiere che voglio fare”?

Allora, io ho fatto un percorso un po’ diverso dagli altri miei compagni, perché ho fatto un corso di un anno e poi cinque mesi di stage, quindi ho visto subito com’era il lavoro. Perché alla fine a scuola ti insegnano le basi, invece poi quando ho visto come era dal vero mi sono appassionata! Per ogni lavoro che vedevo cercavo di capire la tecnica, come si collegava la teoria alla pratica… E poi ho iniziato anche a lavorare a teatro con la mia tutor e da lì mi sono appassionata davvero!

Di che cosa ti occupavi, a teatro?

Trucco e parrucco, al Teatro “Coccia” di Novara.

La cosa che più ti piace, dell’essere acconciatrice?

Mi piace il fatto che io con i capelli posso fare qualsiasi cosa, posso inventare, posso esprimermi, diciamo che ogni volta che faccio un’acconciatura rispecchio un po’ quello che sono io. Anche perché modificando i capelli a una persona puoi tirare fuori il meglio, vedere una persona che entra in negozio in un modo e farla uscire in tutt’altro modo e migliorarla.

Ma se potessi, a chi rifaresti il taglio?

Mah, qualsiasi persona. Magari tante persone dicono “Vorrei rifare i capelli a quella persona lì, che è famosa”, ma a me non interessa, nel senso che ogni persona è importante.

Secondo te, il fatto di partecipare ai WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio al mestiere? Ti ha aiutato?

Sì, tantissimo, adesso sicuramente sono più sicura di me, quando lavoro, perché comunque allenandomi riesco a percepire più cose, a muovermi meglio, fra virgolette. Mi ha dato più sicurezza e mi ha fatto capire che una persona, se vuole arrivare a qualcosa, deve perseguirlo e dare il meglio di sé allenandosi e studiando tanto.

Facciamo finta che tu torni da Bolzano con una medaglia, possibilmente di un colore molto brillante. Che cosa prometti di fare?

Una promessa? Sinceramente non so, prometto che se vinco mi faccio crescere i capelli, perché io li ho sempre portati corti!

C’è qualcuno in particolare a cui la vorresti dedicare?

Allora, se vincessi dedicherei la mia vittoria alla scuola perché comunque mi ha dato questa opportunità e ha creduto in me, sia la mia tutor che la preside, che mi seguono sempre. E poi comunque alle persone care, alla famiglia… Perché ovviamente in questi periodi passi anche dei momenti di stress, magari non ti riesce un lavoro e vorresti buttare tutto all’aria, sono le persone che ti stanno vicino che  ti aiutano a superarlo.

Grazie mille, Jessica! Buon lavoro!

Anche a voi!

Intervista a Benedetta Pellumbi

BENEDETTA PELLUMBI si è qualificata al secondo posto ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario e rappresenterà la nostra Regione ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano. L’abbiamo raggiunta per chiederle come si è avvicinata alla sua futura professione, e quali sono le sue sensazioni sulle Competizioni di settembre.

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Ciao Benedetta come stai? Come stai trascorrendo queste settimane estive?

Tutto bene, lo stage sta andando bene, da qui alla fine di settembre mi preparerò con i miei insegnanti, grazie a loro riuscirò a fare un po’ di preparazione prima dei nazionali.

Come sta procedendo la preparazione?

Beh noi durante l’anno abbiamo sempre fatto qualcosa, non siamo mai rimaste all’asciutto, abbiamo sempre integrato delle lezioni o fatto, anche grazie alla prof [Emanuela Musso, Expert di WorldSkills Piemonte, ndr], incontri con l’Università. Ovviamente siamo un po’ agitate, io soprattutto, alla fine però è un’esperienza!

Tu sarai a Bolzano dal 29 settembre al 1 ottobre. Che cosa ti aspetti di trovare, in questa competizione?

Gente molto brava e anche giudici molto pignoli, spero di fare il meglio che posso, ovviamente nelle mie possibilità. Poi sai, come va va, io ovviamente spero per il meglio!

Ma sei un po’ emozionata all’idea?

Sì, beh, per forza. Sì! Poi è un evento abbastanza grande, già a Torino è stato emozionante, quindi lì penso lo sarà ancora di più!

Ma ti aspettavi che saresti arrivata a questo punto?

No. Ma non perché non creda in me, però ai Regionali c’era gente che praticava già questo mestiere…

Sì, Irene [Porretta, Competitor agli EuroSkills 2016, ndr] mi ha detto che in gara ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 avevate trovato, come Competitor, ragazzi già diplomati.

Sì, ragazzi più grandi di noi, che avevano già svolto attività da mesi, per dire. Già lavoravano in quell’ambito. Mentre noi l’anno scorso eravamo arrivate un po’ così, senza molta esperienza. Ma alla fine se siamo arrivate fin qui vuol dire che abbiamo lavorato bene!

Parlando di gare: tu come ti sei preparata prima dei WorldSkills? Hai qualche “rito” prima della competizione vera e propria?

Non ho rituali scaramantici perché io sono una persona abbastanza ansiosa, quindi ho cercato di non pensarci, magari rileggevo la scheda tantissime volte prima di lavorare, anche se poi magari ho agito in maniera completamente diversa da come mi ero immaginata prima della gara, però ho provato a immaginare la scena, a rifarla nella mia testa.

Il momento più bello che ricordi, legato a WorldSKills?

Sinceramente i momenti più belli erano quando finivo la competizione, in quel momento ero serenissima. Poi iniziavo già a pensare a quella del giorno dopo e mi agitavo! [Ride] Però finita la competizione ero rilassata perché il momento di stress era finito, quindi era uno dei momenti più belli. Poi anche la sera, quando si usciva tutti insieme, perché comunque anche quello “fa”. Abbiamo fatto amicizia perché magari anche ai tavoli, nei momenti di pausa, si riusciva a scambiare due parole, conoscendo altri mondi, altri mestieri… Era bello veder gareggiare anche altre professioni!

Qualcuno ti ha dato qualche consiglio? Voi avete la fortuna di avere un’Expert come insegnante, che cosa vi dice per motivarvi?

Lei crede molto in noi, e già questo inconsciamente ci aiuta. Ci ha dato tanti consigli durante tutto l’anno, ci ha aiutate dicendo “Fate il meglio che potete”, poi lei mira alla vittoria, se dico che vado per partecipare mi dice che no, devo sempre pensare a puntare in alto! Ma è giusto così.

Parlando invece del tuo futuro lavoro: quando hai realizzato che volevi fare l’Operatrice Socio-Sanitaria?

Non ho bene idea di quando, penso sia stato con la scuola, le materie, il fatto che mi venisse voglia di sapere di più, mi incuriosiva. Mi piace. Avevo scelto questa scuola perché è un corso sociale che ha a che fare molto con le persone e soprattutto riguarda l’aiuto. Sei una persona che aiuta le persone, una piccola salvezza per loro. Non solo con le medicazioni, ma anche magari con una chiacchierata, una carezza, penso sia importante. Spesso le persone hanno bisogno di una relazione, ancor più che di cure infermieristiche.

L’aspetto che ti piace di più , dell’essere O.S.S.?

Poter aiutare chi ha bisogno!

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Sì. Sì, perché ad esempio ho scoperto che magari in struttura molte operatrici davano molto peso, purtroppo anche perché sono obbligate, alle consegne come riordinare tutte le camere da letto, con poco rapporto con la persona con cui avevi a che fare. Nelle competizioni dei WorldSkills si dava molto più importanza alla relazione. È fondamentale. Tu il letto lo devi fare, però prima devi riuscire a trovare una via di mezzo e non concentrarti solo su quello.

Domanda per viaggiare con la fantasia: se vinci la medaglia d’oro a Bolzano…?

…vado ad Abu Dhabi! [La massima competizione WorldSkills si terrà negli Emirati Arabi Uniti nel 2017, ndr]

Noi volevamo strapparti una promessa esagerata..

…ok, allora vado ad Abu Dhabi a nuoto! O almeno, ci provo!

In bocca al lupo, Benedetta!

Intervista a Emanuela Musso

EMANUELA MUSSO è docente di psicologia presso l’I.P.S.I.A. “Castigliano” di Asti. Ha partecipato come Expert per il mestiere di Operatore Socio-Sanitario all’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015. Accompagnerà il #teamPiemonte ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano ed il #teamItaly agli EuroSkills 2016 di Goteborg. Le abbiamo fatto qualche domanda per capire come si stanno preparando le nostre Competitor, ma anche per comprendere meglio il lavoro dell’O.S.S. e che cosa vuol dire essere Expert ai WorldSkills.

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Buongiorno Emanuela, come va? Irene e Benedetta si stanno preparando per le competizioni di settembre e dicembre, che sensazioni hai a riguardo?

Le ragazze le sto monitorando sia da un punto di vista di conoscenze teoriche sia sullo sviluppo di abilità più professionalizzanti. Stanno svolgendo proprio adesso delle attività di stage, sia nelle strutture sociosanitarie [case di cura, ospedali, strutture per diversamente abili, ndr], sia con personale specifico infermieristico che mi ha dato la disponibilità.

Rispetto a quando hai iniziato, che cosa trovi che sia cambiato di più, per il mestiere dell’Operatore Socio-Sanitario?

Innanzitutto considera che una volta questa professione… Non c’era! E poi le richieste sono sempre più specifiche. Stamattina parlavo con un responsabile delle case di riposo, mi diceva che accanto ad abilità un po’ più esecutive occorre riuscire a trovare anche capacità relazionali e comunicative con persone che hanno delle patologie molto difficili e problematiche particolari: Alzheimer, demenze… Vi è una multifattorialità nelle competenze da acquisire.

Secondo te in generale, che cosa ci vuole per diventare un vero professionista e cosa consiglieresti ai ragazzi e alle ragazze che vogliono approcciarsi a questo mestiere?

Sicuramente molta pazienza, comprensione, buone capacità relazionali, la voglia di mettersi in gioco e di trovare nuove strategie da usare nella relazione con gli utenti.

C’è della creatività, anche in questa professione? Ogni paziente è diverso.

La creatività secondo me sta nel coltivare la relazione con il singolo, ma anche nuove soluzioni educative e relazionali con le persone anziane. Trovare e creare ambienti piacevoli e stimolanti sia per le persone, sia per i lavoratori stessi, è un obbiettivo sul quale dobbiamo ancora lavorare. Io sono stata in una scuola danese, che partecipa tra l’altro ai WorldSkills. Ho visto che l’utilizzo delle tecnologie a favore sia dell’utente, sia dell’operatore che ci lavora, è un fattore importante per il benessere di entrambi.

Tu sei stata Expert ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, ora parteciperai ai WorldSkills Italy 2016 ed agli Euroskills. Di certo è una bella responsabilità, giudicare l’operato dei Competitor. Per voi, nella veste di giudici, qual è la parte più impegnativa?

La difficoltà maggiore, e l’abbiamo già sperimentato, è capire quanto la normativa regionale o a livello europeo, nazionale, portino a sviluppare determinate pratiche, e quindi valutare in modo oggettivo la qualità dell’operato.

Da Paese a Paese le prassi cambiano?

Non c’è un’uniformità, bisogna conoscere molto bene i propri parametri e confrontarsi sulle diversità. Un caso banale: il lavarsi le mani. Quando sono andata in Danimarca abbiamo notato questo, loro si lavano prima le mani e poi se le disinfettano, noi facciamo in modo diverso, usiamo un prodotto che è già disinfettante. Un ragazzo che però è stato addestrato secondo un protocollo regionale o nazionale, non si pone il problema. Siamo noi che dobbiamo capire qual è la pratica corretta e quindi valutare l’azione.

Sembrano dettagli, ma tutto ha un peso nel punteggio finale.

Nella valutazione uno dei parametri è “Ho usato troppo materiale?”. Magari c’è una struttura o un Paese che insegna a cambiarsi i guanti 5 volte e in altri Paesi lavorano in un’ottica di economicità. Trovare il giusto equilibrio non è facile.

A livello generale, qual è il contributo più grande che WorldSkills come organizzazione, anche attraverso la Regione Piemonte e l’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare?

Puntare all’eccellenza e confrontarsi con altri per mirare, nel proprio lavoro, a raggiungere i risultati migliori per il sistema, sia a livello individuale, sia di società e strutture di lavoro.

Attimi prima della gara, se un Competitor è in crisi, come lo si può aiutare a ritrovare la concentrazione?

Sicuramente incoraggiandolo a fare come ha sempre fatto nelle ultime volte, rassicurarlo sul fatto che ha lavorato sempre bene, che il percorso di formazione c’è stato e quindi tranquillizzarlo rispetto alla capacità che il ragazzo ha di fare quello che gli verrà richiesto. Una forte stretta di mano e una pacca sulla spalla e direi “Sei grande e comunque vada sarà un successo!”.

Noi facciamo un grande in bocca al lupo a loro e a voi, perché tutti devono essere incoraggiati!

Complimenti a voi, noi siamo nel pieno del lavoro, mentre facevi l’intervista ho già ricevuto un messaggio… Speriamo di non sfigurare! Siamo modesti.

Siamo certi che non accadrà! Grazie, Emanuela.

Grazie a voi!