Intervista a Paolo Quaglia

PAOLO QUAGLIA, docente presso Formazione Sicurezza Costruzioni di Torino, sarà presente a Bolzano dal 29 settembre al 1 ottobre per i WorldSKills Italy 2016 e a Göteborg dall’1 al 3 dicembre per gli EuroSkills 2016. Gli abbiamo fatto qualche domanda per saperne di più sul mondo delle competizioni WorldSkills, ed anche per avere il suo parere di esperto sui cambiamenti che sta attraversando la professione del muratore.

stampa

Buongiorno Paolo, come va? Raccontaci come sta procedendo il percorso del nostro Competitor, Kevin Longo. Hai avuto modo di seguire la sua preparazione? Come sta andando?

Beh, Kevin si è diplomato quest’estate e si sta preparando per i prossimi appuntamenti di Bolzano e di Goteborg… Lui è sempre molto ottimista, positivo e presente,  si sta organizzando nell’impresa di famiglia per prepararsi a dovere. Siamo in contatto con una certa frequenza, il ragazzo è molto “sul pezzo”.

Tu hai partecipato come Expert nell’ultima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015, mentre il 2016 ti vedrà presenziare ai WorldSkills Italy e agli EuroSkills. È una bella responsabilità, perché sei chiamato a giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

Sicuramente quella di valutare con precisione tutto ciò che richiede il percorso di valutazione e di trovare anche una sintonia con gli altri giudici, nel senso che ci sono parametri oggettivi e quindi di lì non si scappa, come le misurazioni nel nostro caso, o la planarità delle superfici, e poi ci sono invece dei parametri di valutazione più soggettivi ed è su quelli che bisogna trovare il giusto equilibrio.

Ti è mai capitata una situazione in cui è stato necessario mediare?

No, nell’edizione dei Regionali c’era un’ottima persona di Bolzano, Anton Oberhofer, che è stato molto valido. Solo in un caso forse abbiamo rivisto una valutazione, ma in modo molto semplice e lineare.

Parliamo un po’ della professione. Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di muratore e dell’edile?

Diciamo che le costruzioni si sono dovute adeguare alle nuove tecnologie, specie riferite al contenimento energetico. Costruttivamente negli ultimi anni ci sono state delle novità sia in quello che nell’ambito dei materiali. L’evoluzione c’è, ovviamente è lenta perché tutto ciò che va all’interno del prodotto, ovvero dello spazio abitativo e lavorativo, deve eseguire tutta una serie di test di omologazione per poter essere utilizzato correntemente sul mercato. Però queste innovazioni ci sono e il nostro compito è anche quello di portare i ragazzi alla conoscenza di queste tecnologie perché con una certa progressività poi queste vanno a sostituire quelle più tradizionali, che possiamo definire in alcuni casi superate, al di là di quello che invece è l’ambito del restauro, dove è indispensabile conoscere e mantenere le vecchie tecnologie per poter intervenire sui fabbricati storici.

Secondo te in generale cosa ci vuole per diventare un vero professionista?

Quello che è indispensabile oggi credo sia mantenersi costantemente aggiornati. Perché mentre qualche decennio fa l’evoluzione non era così normata, estremamente lenta e peraltro vista anche molte volte con scetticismo dagli addetti ai lavori, adesso è diverso. C’è molto interesse per ciò che il mercato offre come novità, e quindi essere attento a ciò sicuramente si ripercuote su una professionalità che non rimane più  quella del mero esecutore, ma anche quella, con le dovute proporzioni, di un consulente nei confronti della committenza e dei professionisti che man mano entrano all’interno di un ambito che va al di là del solo progetto.

Tu che cosa consiglieresti ad un ragazzo che vuole avvicinarsi a questa professione?

Direi di fare un primo percorso sicuramente nell’ambito di quello che attualmente le scuole edili offrono qui, e poi provare ad affrontare dei cantieri, anche fuori dai confini regionali o nazionali. Questo per crearsi esperienze costruttive. Le diversità che si incontrano non fanno altro che arricchire, come bagaglio.

Secondo te, qual è il contributo più grande che WorldSkills Piemonte, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Secondo me sono diversi. Uno è sicuramente la condivisione di un’esperienza con coetanei che affrontano altre tematiche e altre tipologie di lavoro. Poi sicuramente WorldSkills dà loro la possibilità di provare se stessi in una modalità di lavoro che per caratteristica propria è diversa da quella del lavoro canonico. Poi direi certamente anche la possibilità di autovalutarsi e di avere o costituire dei riferimenti per quelli che con loro affrontano la gara, che offre spunti interessanti.

Ok. Immaginiamo di essere al momento della gara, vedi che un Competitor è un po’ in crisi prima della competizione. Che cosa gli dici per incoraggiarlo?

Direi di non lasciarsi troppo impressionare da ciò che gli accade intorno, dall’ovvia confusione generata dal momento, oltre che da una naturale preoccupazione. Stare concentrato sul tema assegnato, svolgere le operazioni senza perdere il controllo di più fattori contemporanei nell’ambito della produzione del manufatto. Ordine, pulizia, regolarità… Richiamando questa concentrazione il ragazzo dovrebbe, se ha un momento di smarrimento, rientrare un po’ nei binari e procedere.

Grazie Paolo per il tempo che ci hai dedicato, e… In bocca al lupo anche a te!

Grazie a voi, a presto!

Intervista a Kevin Longo

KEVIN LONGO, muratore, ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSKills Piemonte 2015 e a dicembre volerà a Göteborg con il #TeamItaly per gli EuroSkills 2016. L’abbiamo raggiunto al telefono per sapere come si sta allenando per le Competizioni, ed anche per scoprire come si è appassionato a questa professione.

stampa

Come stai, Kevin, come è andata sin qui la tua estate?

Allora, ho dato l’esame di scuola [Presso l’Ente Formazione Sicurezza Costruzioni (TO), ndr] e sono uscito con 90. Poi tutto bene, ho iniziato a lavorare.

Sarai impegnato tutta l’estate, con il lavoro?

Sì, ovviamente in contemporanea continuo ad allenarmi per i WorldSkills!

Come sta procedendo la preparazione, ti senti al passo con gli altri competitor? Sei in contatto con gli altri ragazzi del team?

Con gli altri ragazzi ci siamo confrontati, sono arrivati i test project su cui lavorare, ci teniamo al passo allenandoci. Per ora tutto nella norma.

Voi sarete a Goteborg dall’1 al 3 dicembre, che cosa ti elettrizza maggiormente, di questa esperienza?

Beh, tutto! Calcola già solo che vai dall’altra parte del mondo!

Ma stai studiando un po’ di svedese?

Eh! Eh! [Ride] Quello è già un po’ più difficile.

Con l’inglese, invece come sta andando? Hai già cominciato con le lezioni del corso messo a disposizione da WorldSkills Piemonte?

Adesso devo cominciare il corso, certo prima ho pensato a finire la scuola, ma piano piano devo iniziare tutto!

Visto che siamo in tema di competizioni europee: so che tu giochi a calcio. Dato che si è concluso da poco un Europeo che senz’altro avrai seguito, ti chiedo: se dovessi immedesimarti in un giocatore della Nazionale, a chi ti senti più vicino?

Io sono un centrocampista, quindi mi vedo un po’ come un De Rossi, anche se preferirei Pirlo, perché gioco da regista!

Parlando di gare: tu hai un rituale scaramantico prima dei WorldSkills?

Cioè, cosa faccio prima delle gare, per tranquillizzarmi? Mah, se una persona è preparata è preparata e sa cosa deve fare, io prima di iniziare i WorldSkillscerco di pensare a tutte le eventualità che si possono presentare. Mi studio tutti i modi possibili per realizzare un dato compito, se un modo per me è “storto” e presenta delle possibili difficoltà, ne studio già un altro per andare avanti.

Ti fai un diagramma delle possibilità?

Sì, perché con quello che faccio io non sai mai quello che ti può capitare.

Parliamo invece del tuo lavoro. Quando hai pensato che avresti voluto fare il muratore?

Mah, già da piccolo. Io son sempre stato in quest’ambiente, perché mio papà fa il muratore, ma poi già a sette-otto anni andavo in cantiere a vedere, a guardare e ad aiutare per quanto potevo. Adesso però sono un po’ più pratico!

L’aspetto che ti piace di più , dell’essere muratore?

Mah, tutto! Mi piace fare la muratura, la carpenteria… Tirar su una casa da zero e portarla a termine! Sono soddisfazioni…

Secondo te, WorldSkills ha un po’ cambiato il tuo approccio a questo mestiere?

Cambiato diciamo di no, io già prima mi preparavo e mi allenavo, però la competizione mi ha dato un motivo di soddisfazione, perché non tutti la fanno. Di certo avrei continuato comunque a fare questo lavoro, campionati o meno, perché mi appassiona… Ma il fatto di partecipare alle gare mi ha dato una motivazione in più!

C’è qualcosa che tuo papà ti dice per spronarti?

Mio padre mi dice sempre di non mollare mai, e che per diventare bravi e capaci bisogna esercitarsi, fare tanta esperienza. Non solo un po’: tanta.

Se tornassi dalla Svezia con una medaglia, a chi la vorresti dedicare?

A mio padre, sicuramente. Per forza, lui mi sta sempre dietro… A lui e al ragazzo che lavora con lui, che mi segue. Mio padre mi insegna a darmi da fare, l’altro ragazzo mi insegna a darmi da fare, ma mi fa anche vedere… Mi fa “rubare” il mestiere, come si dice.

In bocca al lupo, Kevin!

Intervista ad Alain Zanolo

ALAIN ZANOLO, insegnante presso il Centro InterAziendale del Canavesano C.IA.C. di Ivrea (TO) e chef del Ristorante Trattoria “BarbaToni” di Orio Canavese (TO), è un Expert dei WorldSkills sin dalla prima edizione dei Campionati Regionali WorldSkills Piemonte. Seguirà i Competitor in gara ai WorldSkills Italy 2016 di Bolzano ed agli EuroSkills 2016 di Göteborg. L’abbiamo contattato per chiedergli le sue impressioni e sensazioni per le Competizioni che verranno, ed anche per carpire i segreti del mestiere di cuoco.

stampa

Buongiorno, Alain, come stai? Siamo in piena estate, ma questo periodo per i ragazzi non è propriamente di riposo.

Bene, grazie. No, tutt’altro, anzi, stiamo correndo parecchio.

Mancano poche settimane ai Nazionali, i Competitor si stanno esercitando e noi volevamo chiederti che sensazioni hai a riguardo.

Con Chiara [Chiara Bruno Mattiet, Competitor agli EuroSkills 2016, ndr] ci sentiamo settimanalmente, abbiamo fissato degli appuntamenti settimanali in cui le invio le prove. Abbiamo lasciato passare giugno con la fine delle scuole e gli esami, poi abbiamo iniziato ad affrontare anche la parte pratica, quindi le prove sotto stress, le prove a tempo… Nel frattempo si sta esercitando da un collega molto molto in gamba, che senz’altro è andato a migliorare la sua preparazione.

Con Matteo [Matteo Ravarotto, Competitor ai WorldSkills Italy 2016, ndr] abbiamo invece incominciato ad esercitarci dopo i suoi esami di maturità, a cui avevamo deciso di dare la priorità.

Tu sei un Expert dalla prima edizione…

Sì, ho avuto quest’onore da subito. È una causa che abbiamo sposato appieno e che ci piace moltissimo, perché dà modo ai ragazzi di crescere e permette anche a noi stessi di migliorare sotto tanti aspetti.

È però una bella responsabilità, perché sei chiamato  giudicare l’operato dei ragazzi. Per voi giudici, qual è la sfida più grande?

La sfida più grande, ed è anche la più bella, è quella di far capire ai ragazzi dove sbagliano, se sbagliano, e vedere che dai loro errori nascono delle capacità e delle osservazioni in grado di farli veramente crescere a livello professionale. Ed è bello vedere soprattutto durante le gare, come i Campionati Regionali, come crescano tantissimo, a vista d’occhio, giorno dopo giorno. È un’esperienza estremamente gratificante.

Rispetto a quando hai iniziato, in che cosa trovi sia più cambiato il mestiere di cuoco?

Sicuramente l’aspetto tecnico, la capacità di utilizzo dell’attrezzatura è diventato primario. Conoscendo gli strumenti che si utilizzano si riescono a realizzare cose che un tempo erano quasi impensabili. E al tempo stesso l’estrema e più approfondita conoscenza della materia prima, anche dal punto di vista chimico-organolettico, permette di estrarre profumi, consistenze, o caratteristiche che una volta erano pressoché sconosciute, vuoi perché ci si fermava alla bollitura, all’arrosto, a queste poche cose, mentre oggi abbiamo mezzi che permettono di esaltare tantissimo gli ingredienti senza rovinarli a livello organolettico. Ad esempio modulando le temperature di cottura senza intaccare le proteine..

Secondo te in generale cosa ci vuole per diventare un vero professionista?

Impegno, dedizione e volontà.

Quanto è importante lo studio, in questa disciplina?

Lo dico per esperienza personale: si dedicano molte ore allo studio, perché si affronta magari un argomento particolare per un certo periodo, ad esempio questa settimana, o meglio questo mese, impariamo a conoscere meglio gli zuccheri. E da studiare ce n’è un’infinità! La settimana o il mese successivo si approfondiscono, che so, le reazioni del peperone a determinati tipi di temperatura, è una costante sfida. Se si vuole essere dei buoni professionisti bisogna scordarsi di pensare “Io ho il mio diploma e faccio questo lavoro, finito”. Quello è solo l’inizio, lo studio deve essere costante e continuo sempre. Altrimenti non si rimane al passo con i progressi tecnologici e di conoscenza delle materie prime, dopo qualche anno sei obsoleto.

Secondo te, dato che parliamo di mettersi in gioco continuamente, qual è il contributo più grande che WorldSkills, anche grazie all’Agenzia Piemonte Lavoro, può dare a questi ragazzi e ragazze? Qual è il valore aggiunto?

Intanto, portarli ad avere un bagaglio di competenze decisamente superiore a quello fornito dalle scuole. Li  si porta sulla strada dello studio e della conoscenza non solo per quanto riguarda la tecnica, ma anche dal punto di vista delle lingue, del bagaglio di conoscenze amministrative… Li si porta sicuramente a crescere, al confronto tra di loro, quindi alla crescita che c’è attraverso una sana competizione… Perché poi è bello vedere durante la competizione che comunque se qualcuno è in difficoltà e uno dei ragazzi o ragazze che sta facendo la gara ha del tempo, lo aiuta. Non è una gara all’ultimo sangue, dove ho vinto se tu stai soffrendo o sei in difficoltà, anzi. Se sei in difficoltà e posso, ti vengo a dare una mano. Ed è veramente un bel modo di veder crescere i giovani anche a livello professionale. Il circuito dei WorldSkills in questo è assolutamente un punto di riferimento.

Se potessi dire qualcosa ai ragazzi e alle ragazze, immaginando di essere proprio al momento della gara, quale sarebbe?

Ce ne sono tantissime, perché ogni situazione è comunque a sé stante. La cosa che si può dire, a livello di motivazione, è sicuramente: “Tenete duro, perché ce la fate”.

Intervista a Matteo Ravarotto

MATTEO RAVAROTTO ha partecipato ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 per il mestiere di cuoco, conquistando il secondo posto e qualificandosi per i WorldSkills Italy 2016, che si terranno a Bolzano dal 20 settembre all’1 ottobre. Lo abbiamo intervistato per capire come si sta avvicinando alla competizione e per scoprire come si è appassionato al mondo della cucina.

stampa

Ciao Matteo, come stai? Come hai trascorso l’estate sino ad ora?

Ho concluso l’esame di maturità a luglio [Matteo si è diplomato presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Virginio – Donadio” di Dronero (CN), ndr] e adesso sto preparando i Campionati Nazionali. Poi voglio davvero buttarmi nel mondo del lavoro, non vedevo l’ora di finire la scuola!

La preparazione dei WorldSkills come sta andando?

Insieme al mio tutor tengo sempre informato il mio Expert, Alain Zanolo. Di comune accordo anche con il mio preside avevamo deciso, visto che la maturità era imminente, di prepararmi prevalentemente per quello. Io in ogni caso mi sono tenuto aggiornato ed ora  vado avanti con le prove teoriche che periodicamente gli invio.

Trovi difficile conciliare i tuoi impegni? Tra la scuola, l’esame e il lavoro, non deve essere semplice…

E poi c’è anche la pallanuoto!

Ah, perché giochi anche a pallanuoto?

Sì, faccio pallanuoto agonistica, gioco nel Cuneo, ho giocato spesso contro squadre di Torino. Per me è importante, altrimenti non “sfogo” da nessuna parte.

Certo che se devi inserire anche lo sport, diventa davvero difficile.

No, ma io sono sempre stato così, ho sempre avuto una vita “a incastri”! Forse ho preso un po’ da mia mamma. Adesso è un periodo più calmo perché la squadra ha una pausa di un mese, quindi riesco anche a trovare più tempo per il concorso [WorldSkills, ndr].

Tra poco più di un mese sarai a Bolzano assieme a ragazzi e ragazze da tutta Italia. È una competizione di livello nazionale! Che sensazioni hai?

Beh, di sicuro sarà difficile, specie se contiamo il fatto che molti Competitor giocheranno “in casa”, essendo trentini… Diciamo che per me è stato già un onore poter arrivare bene ai Campionati Regionali, poi di certo mi preparerò, ma la prendo con filosofia: vada come vada. Comunque si tratta di una manifestazione importante a livello nazionale, una crescita dal punto di vista lavorativo… Ci sono tanti motivi di soddisfazione messi insieme e tante emozioni che poi in gara vai a liberare in un solo momento!

Le competizioni tu già le conosci, visto che hai partecipato ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015. Posso chiederti se hai un rituale che fai per scaramanzia prima della gara, o una routine particolare?

Prima della gara devo parlare assolutamente con il mio tutor, Mauro Prato, che peraltro mi seguirà a Bolzano. Sia umanamente che professionalmente, lui è una persona eccezionale. Riesce a motivarmi e a spronarmi, a volte mi fa persino commuovere! Lui insegna sala, ma riesce a impostarmi anche in cucina. È uno dei migliori maîtreche io abbia mai conosciuto!

Che cosa ti dice, per spingerti a dare il meglio?

A parte i vari rimproveri che mi fa perché è molto serio e preciso, una frase tipica, che io mi andrò a tatuare, è quella che mi disse lui prima di entrare in gara: “Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. È una citazione di Nelson Mandela. Vedi, riesce veramente ad emozionarti, perché è molto rigoroso, ma poi si ammorbidisce.

Parlando invece più della tua professione, quando hai pensato che avresti voluto diventare un cuoco?

La prima motivazione è stata mia nonna, perché lei cucinava sempre in casa. Io vivevo coi miei nonni perché mia mamma e mio papà lavoravano sempre. Mio nonno mi diceva di fare l’I.T.I.S., mia nonna mi consigliava l’alberghiero, alla fine ho poi scelto quest’ultimo. Da lì ho iniziato ad appassionarmi e a fare stagioni su stagioni, infatti adesso ho già un curriculum abbastanza corposo, perché non ho mai smesso: ogni estate, ogni weekend… La gente mi chiama e mi dice “Vieni da me, che sei bravo”, io rispondo che no, non sono bravo, ho solo voglia di imparare. A quest’età è quello che conta, no? Sembra quasi che voglia vantarmi, ma si tratta solo di riconoscere quella che è la mia strada, perché è un lavoro proprio difficile. Mi piace, mi interessa, però se dovessi consigliarlo a qualcuno che magari sta facendo la mia scuola, dico che bisogna mettere in conto un sacco di sacrifici, io è dalla seconda superiore che non passo un’estate coi miei amici, loro mi dicono “Tu sei matto”, ma io dico “No, voglio costruirmi  un futuro”.

La cosa che più ti piace, dell’essere cuoco?

Riuscire a lavorare in contesti piacevoli e far esaltare le tue caratteristiche e doti artistiche, metterle in un piatto che tutti fanno uguale, riuscire a dare il proprio tocco. Sentire che poi i clienti fanno i complimenti è una soddisfazione, alla fine noi cuochi viviamo di quello.

Il tuo piatto forte qual è?

Quello che mi ha fatto arrivare ad una buona posizione in concorso è stato la panna cotta di bufala salata. Sono andato a procurarmi i prodotti in un’azienda di Caraglio, il Caseificio Moris, che può  far strano, perché di solito le mozzarelle di bufala arrivano dal Sud… Ma io ho voluto usare un prodotto del territorio, come anche tutte le verdure che avevo abbinato nel piatto.

Secondo te, WorldSkills hanno un po’ cambiato il tuo approccio al mestiere? Ti ha aiutato?

Sì, è stata una crescita in salita, dopo i WorldSkills ti si apre il mondo in tante cose, piazzarsi ad un concorso internazionale fa curriculum. Conosci gente, ti fai contatti, anche con gli sponsor che aiutano il concorso… Che comunque, devo dire, proporrei a chiunque, soprattutto perché l’organizzazione è fantastica, rinnovo sempre i complimenti… [Grazie, Matteo! Ndr]È un’occasione!

Non so se tu sia scaramantico, ma facciamo finta che torni da Bolzano con una medaglia, possibilmente di un colore molto brillante. A chi la dedichi?

La dedicherei a mia mamma, lei mi ha cresciuto da sola, mio padre non lo vedo molto spesso. Lui era piuttosto scettico sulla mia carriera da cuoco, ma io voglio dimostrare ce la posso fare anch’io. Già mostrargli l’articolo su La Stampa dove si raccontava il mio piazzamento ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 è stata per me una soddisfazione. Poi sicuramente, subito dopo, al mio professore!

Intervista a Chiara Bruno Mattiet

CHIARA BRUNO MATTIET ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte 2015 e sarà fra i competitor agli EuroSkills 2016 che si terranno dall’1 al 3 dicembre a Göteborg, Svezia, per il mestiere di cuoco. Le abbiamo fatto qualche domanda per sapere come si sta preparando alla competizione, ma anche per chiederle che cosa l’ha fatta innamorare di questa professione, da sempre eccellenza italiana e piemontese.

stampa

Ciao Chiara, come stai? Come stai passando queste settimane e come procede la preparazione?

Bene, grazie! Ho terminato la 4° superiore [Chiara frequenta il Centro InterAziendale Canavesano C.IA.C. “F. Prat” di Ivrea (TO), ndr] e adesso lavoro in una piccola trattoria vicino a casa. Per prepararmi per le competizioni sono in contatto con uno chef stellato di San Maurizio Canavese, Igor Macchia. Gli ho chiesto aiuto perché abbiamo già lavorato assieme e lui è stato molto disponibile!

Ti senti al passo con gli altri competitor?

Sì, seguo gli altri, ci sentiamo ogni tanto anche per telefono… Come #TeamItaly siamo affiatati!

Che cosa ti elettrizza di più, se pensi che tra pochi mesi sarai agli EuroSkills 2016 assieme a ragazzi e ragazze da tutta Europa?

È un’occasione unica e sono molto emozionata, forse mi preoccupa un po’ il fatto della lingua straniera, ma il corso di inglese procede bene [Competitor ed Expert stanno frequentando un corso di lingua finanziato da WorldSkills Piemonte, ndr]!

Gli EuroSkills quest’anno si svolgeranno a Göteborg. Stai già studiando un po’ di svedese? 

Ah! Ah! [Ride] No, solo inglese per adesso!

Se dovessi pensare a qualcuno che ti ha spronato, chi ti verrebbe in mente?

Una cosa che mi ha colpito molto è il fatto che a scuola due miei compagni mi abbiano sempre incoraggiato tantissimo, ma soprattutto una mia vicina di casa, quando ero un po’ in crisi e quasi volevo mollare prima della gara, mi ha semplicemente detto “Vai! E vada come vada!” e queste parole mi hanno davvero calmata.

Parliamo un po’ della tua scelta di fare della cucina la tua professione. Quando è stato il momento in cui hai pensato “Questo è il mestiere che voglio fare”?

Devo dire che sono stata fortunata nello scegliere la scuola. Mi piaceva cucinare, ma non pensavo che mi avrebbe appassionato così tanto! Quando ho iniziato facevamo ore ed ore di pratica, provando a fare un po’ di tutto… La cosa che mi piace di più, dell’essere cuoco, è che si può sperimentare molto. Lo faccio anche a casa! È bello abbinare i gusti, decorare i piatti, sperimentare le varie consistenze…

Il tuo piatto forte?

I risotti! E poi mi piace provare ad accostare magari una crema ed un elemento croccante.

Tu conosci già le competizioni WorldSkills. Hai un rituale scaramantico pre-gara?

Non esattamente, però mi ripasso velocemente i procedimenti dei piatti!

Secondo te è cambiato qualcosa, da quando hai partecipato ai Campionati Regionali WorldSkills Piemonte? Mi riferisco soprattutto al tuo approccio al mestiere, ma non solo…

Beh dei cambiamenti ci sono stati, perché per esempio i miei compagni a scuola mi chiedono molti più consigli… E con i miei vicini di casa! Tempo fa magari preparavo per loro qualche piatto, ma così per sfizio, adesso mi dicono spesso “Questo lo prepari poi in Svezia!”. Fanno già il tifo!

Mancano ancora mesi, ma è lecito sognare: se tornassi dalla Svezia con una medaglia al collo, a chi la dedicheresti?

La vorrei dedicare alla mia vicina di casa, di cui ti parlavo prima. Una persona a me molto cara che purtroppo è mancata pochi mesi fa. È proprio lei che mi ha incoraggiato e convinto a mettermi in gioco, spero davvero di far bene anche per lei!

E noi siamo sicuri che andrai alla grande… In bocca al lupo, Chiara!